Mastodon

Mastodon

I have been planning to write something on this topic for a while, and initially planned to spend some time during the holidays to collect my ideas for this post, but who can find time during holidays? Am I the only one that seems to be busier during holidays than the rest of the year?

Anyway, considering my very low opinion of Elon Musk, and my even lower opinion of the Saudi government, once the takeover of Twitter took place I decided it was time to move away from that platform, and looked again at Mastodon, many years since the last time I checked it out.

Now, I never had a great relationship with Twitter to begin with. I created my account in 2007, used it fairly often for the first few years, and then less and less. I would login every few years, have a look around, get immensely bored, or fed-up with all the negativity there, and leave for few more years. The only reason I did not delete my account a long time ago was to avoid someone else to register and use it, and this is the same reason why I still have my @isazi Twitter account. I may decide to delete it at some point, the same way I deleted my Facebook account some years ago, but this is not happening today.

Fast forward to November 2022, with Mastodon instances sprouting all over the place, I had a look around and decided to join an instance created for the Dutch academics, and this is where you can find me now, with the usual @isazi handle. My first idea was to join the Italian pacifist instance of sociale.network, but I then opted for something more closely related to my current job. What I was not expecting joining Mastodon is how much better than Twitter this place felt, almost immediately. And I realized that the reason for this is how my feed is built and populated.

There is no algorithm shoveling content at me with the final goal to keep me “engaged”. I see only the content produced by the people I follow, and their re-broadcast of things they find interesting. If I find you interesting enough, I follow you. If you start producing content that I do not want to read anymore, I unfollow you, and the platform will not keep showing me your content just because we have some contacts in common. This may sound like a bubble, and it partially is, but it is such a better experience for me personally. My Twitter timeline was nothing more than ads and content that the Twitter’s recommendation engine decided it was “interesting” for me. And this algorithm’s definition of interesting was very controversial material that would make me feel bad.

I used, and still use to say, that in such systems you are a click away to become indoctrinated. Well, I actually say that you are a click away to become a Nazi, but it’s the same. One “like” to a shady tweet that does not look that shady on the surface, and your feed starts populating with conspiracy theories, bitcoins, Nazis, climate change deniers, and so on. And if you are fed this content without knowing, and do not have enough information antibodies, the risk of being trapped in such discourse is very high.

The point I am making is not that such kind of content cannot exist on Mastodon, or that the people on Mastodon are better. The point is simply that no algorithm will start showing you such content just because you liked something or followed someone, to keep you engaged. I believe this approach is much better for our society and our public discourse.

Vacanze settembrine

Vacanze settembrine

Paesi Baschi

Mangiamo dei pintxos sotto una sede della “Chiesa di Gesù Cristo dei santi degli ultimi giorni”, fatto che non credo sia poi così interessante, se non fosse per la coincidenza che sto leggendo delle cose sui mormoni in questo periodo. Sarebbe meglio dire che sto leggendo un libro (al singolare) sui mormoni in questo periodo. Magari ne scrivo da qualche parte.

Stando qui mi sono appena ricordato del passato, del vino bianco sparato direttamente nella gola anni fa, a Parigi, e, non che le cose siano minimamente collegate, del bambino che mi ha preso a pugni nello stomaco l’altro ieri in un museo. Potrei dare molti consigli ai genitori su come educare i propri figli alla vita in pubblico, dopotutto sono una persona che spare sentenze come se piovesse. E con questo ho citato il Teseo due volte in una sola frase, anche se pochi capiranno.

Da quando sono arrivato nei Paesi Baschi, dal confine, continua a tornarmi in mente una canzone della Banda Bassotti che non so quanto politicamente corretto sia cantare, o anche ascoltare, qui nei Paesi Baschi. E non è che io sia un esperto della questione basca, è semplicemente un altro dei tanti ricordi che mi affollano la mente, tutto qui. Viaggiare mi ricorda sempre qualcosa.

Ci sono cospirazionisti ovunque di questi tempi, a Bilbao abbiamo visto una interessante manifestazione davanti al teatro, e slogan più o meno divertenti sulle panchine. Le persone comunque portano la mascherina sui mezzi di trasporto, eccetto per un paio di inglesi sull’ultimo treno del primo giorno.

Una differenza che mi è parso di notare tra Bilboko e Donostia, è il maggior utilizzo del basco come lingua a Donostia piuttosto che a Bilbao. Ovviamente il nostro contatto coi locali è minimo, nelle zone che stiamo frequentando ci sono più turisti che altro. Però mi pare di notare questa differenza, come se Bilbao fosse una tra le tante grandi città spagnole, e Donostia (San Sebastian) fosse una città basca piena di turisti, tra cui tanti turisti spagnoli.

Il cibo a Donostia, o San Sebastian, o chiamatela come volete, è ottimo, le spiagge molto belle. Forse, è una città costruita per turisti facoltosi, come qualcuno ci ha detto qui, ma è certamente un bel posto. Avrei volentieri fatto il bagno tra queste onde, se fosse stato più caldo.

Picos de Europa

Il mio rapporto con le strade spagnole, alla guida, è piuttosto ambivalente. Ottime strade nel complesso, anche se inizialmente ho “leggermente”, o tantissimo, odiato il fatto che le corsie in autostrada possano improvvisamente trasformarsi in uscite, e considerato il traffico attorno a Bilbao non è piacevole essere costretti a cambiare corsia per non finire altrove, all’ultimo momento, con macchine a destra e a sinistra. Dire che la mia signora non adori essere in macchina con me alla guida è un eufemismo.

Abbiamo anche dato un passaggio a due teutonici autostoppisti, una coppia, qui in montagna. Oltre alle mutevoli corsie, tanti animali morti in autostrada, soprattutto rapaci. Come ci siano finiti a terra, in autostrada, non saprei. Comunque Fuente Dé è molto bella, e leggendo proprio l’altra sera ho anche scoperto che il “Che” si considerava a suo modo un alpinista. Piccole cose che mi fanno sorridere.

I Picos de Europa sono piuttosto selvaggi, anche se facilmente raggiungibili. Pochi cartelli, pochi segni, sentieri che scompaiono nella polvere, qualche omino di pietra di pochi centimetri, verticalità a picco su precipizi strapiombanti, rifugi che sembrano bivacchi di emergenza. Abbiamo fatto un giro sul massiccio centrale, ma nessuna cima, troppo vento. Seguire tracce e sentieri qui non serve, devi farti strada da solo, o leggere i resoconti di via per sapere dove passare. Uno stile diverso, un posto dove è ancora possibile perdersi.

Onestamente l’albergo dove dormiamo mi fa sentire un po’ (molto) capitalista, ma continuo a godermelo. Sarebbe difficile non godersi una vista del genere.

Lourdes

Il treno verso Lourdes ha un certo carico di casi umani, ma non quelli che ci si aspetta. Per la prima volta, almeno da terra, vedo i Pirenei, e mi godo un inspiegabile mal di testa. Ma va bene così.

Lourdes è tutto quello che ti aspetti, o forse no se non hai idea di che posto sia. Estremamente “trash”, con locali a tema sacro e negozi di souvenir. Ristoranti, candele votive, acqua sacra. In realtà l’acqua al santuario è gratis, sono le bottiglie che si pagano. Nel caso qualcuno fosse interessato.

Il santuario non è bellissimo, ma molto ben organizzato, definitivamente più triste del resto della cittadina, pieno di gente in cerca di speranza, soprattutto anziani e malati. Ma ci sono anche tanti giovani pellegrini, decisamente più allegri. La mia compagna di viaggio era un po’ spaventata da questo rave a tema religioso, molto cattolico, ma alla fine si è rilassata ed ha anche bevuto l’acqua santa. Io ho evitato anche di toccarla quell’acqua, non si sa mai.

I Pirenei sono molto verdi, almeno qui sul versante francese, e molto interessanti. Ci vorrebbe un altro viaggio per capire meglio la zona, ma le possibilità per camminare sembrano notevoli. Dovendomi però lamentare di qualcosa, non sono molto contento della propensione al fumo tra la gente del posto. C’erano molti fumatori anche in Spagna, ma qui la loro presenza mi sembra ancora più marcata. È vero che non si fuma all’interno, ma è estate e tutti mangiano all’aperto, fumando a votamazza una sigaretta dopo l’altra. Fuori dai treni, dentro i treni, ma in questo caso è intervenuto il controllore. Magari è sempre stato così e semplicemente non sono più abituato al fumo passivo. Le sigarette elettroniche sono anche peggio, magari sono meno tossiche, non saprei, ma producono una quantità di fumo, ed odori, che non si abbinano bene ai miei pasti.

Bruxelles

Nei confronti di Bruxelles sono ambivalente, oggi come ieri, come sempre. Mi piace e mi spaventa, un po’ come Parigi, ma forse l’apprezzo maggiormente essendo più piccola. La trovo anche verde, con grandi parchi connessi con la periferia. Comunque sono di nuovo a casa, e penso che le vacanze mi facciano bene. Tutti mi dicono che sono di umore migliore in vacanza, e non dubito che sia vero.

Ancora Gramsci

Ancora Gramsci

Un altro “aforisma” interessante.

Quando discuti con un avversario, prova a metterti nei suoi panni. Lo comprenderai meglio e forse finirai con l’accorgerti che ha un po’, o molto, di ragione. Ho seguito per qualche tempo questo consiglio dei saggi. Ma i panni dei miei avversari erano così sudici che ho concluso: è meglio essere ingiusto qualche volta che provare di nuovo questo schifo che fa svenire.

Antonio Gramsci – 11 febbraio 1917
Covid e Gramsci

Covid e Gramsci

In questi giorni, sotto nevicate costanti e con la compagnia del virus, leggevo una piccola antologia di scritti di Gramsci. Il passaggio che riporto, a proposito di intransigenza e tolleranza, mi ha fatto particolarmente piacere.

Naturalmente questa tolleranza – metodo delle discussioni fra uomini che fondamentalmente sono d’accordo, e devono trovare le coerenze tra i principi comuni e l’azione che dovranno svolgere in comune – non ha a che vedere con la tolleranza, intesa volgarmente. Nessuna tolleranza per l’errore, per lo sproposito. Quando si è convinti che uno è in errore – ed egli sfugge alla discussione, si rifiuta di discutere e di provare, sostenendo che tutti hanno il diritto di pensare come vogliono – non si può essere tolleranti. Libertà di pensiero non significa libertà di errare e spropositare.

Antonio Gramsci – 8 dicembre 1917
Sentiero del Centenario

Sentiero del Centenario

It was years ago, the first time I climbed Monte Camicia from Vado di Ferruccio, that I first heard about this famous trail. There was this group of people, wearing harnesses and carrying a rope, that we met on the way, and they were hiking the “Centenario”.

Since then, I always wanted to hike that trail, but I never did. And I never did it mostly for logistic reasons: start and end are more or less 20 km apart, and without two cars, one at the start and one at the end, or bikes, it would be pretty complicated.

Well, this Summer I decided to do it anyway (and I ended up walking half way back also, but thankfully not all the way back to the start thanks to a couple of German tourists that gave me a ride).

It was a beautiful day, and the trail is brilliant. Also, according to Strava, at the time of this writing I have the 5th overall time on the associated segment 🙂

You can even check the activity in 3D with Suunto.