23C3

23C3

Questo e’ un racconto del 23ยฐ Chaos Communication Congress, il congresso annuale del Chaos Computer Club; piu’ precisamente e’ il mio racconto del 23c3, non vuole essere obiettivo o illuminante sull’evento, vuole essere solo una serie di parole piacevoli, probabilmente piu’ per lo scrittore che per i lettori.
Buona lettura.

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Avete presente quando vi svegliate nel cuore della notte e non sapete perche’ ?
Bene.
Cominciate a girarvi e rigirarvi nel letto, poi ad un certo punto cercate un orologio per sapere che ore sono, volete assolutamente sapere in che incredibile momento del giorno o della notte avete deciso di alzarvi, probabilmente e’ quasi ora di alzarsi davvero, percio’ tanto vale saperlo.
Ero convinto fossero all’incirca le 5 o le 6 del mattino, sono le 23 del 24 dicembre 2006.
Cosi’ comincia l’avventura del 23c3.
Mi sembra impossibile, eppure stavo dormendo da un tempo indefinito, dormivo da ore ed ore a parer mio, in realta’ erano solo 3 ore che mi ero messo a letto.
ryuujin nel letto sotto russa come se lo stessero uccidendo, questo non fa certo si’ che io riesca a dormire piu’ facilmente, il tempo ormai non significa piu’ niente e mi pare quindi il momento giusto per cominciare a scrivere qualcosa, ryu dal letto mi urla che vuole scrivere anche lui e ricomincia a dormire, il ragazzo ha questa abitudine di svegliarsi dal sonno solo per dire qualcosa e tornare a dormire, non so’ come faccia ma lo fa sempre.

Siamo partiti attorno alle 3 del mattino del 24 dicembre 2006 dal piazzale antistante la stazione di pescara, su un pullman diretto a roma, con un piano di viaggio decisamente assurdo e studiato a tavolino il giorno precedente, ho sofferto le pene dell’inferno per partire, ma e’ una vicenda personale e non ho assolutamente voglia di scriverla.
ryu che dorme ovunque e’ riuscito a dormire anche li’ sul pullman, io molto poco.
Arrivati a tiburtina e’ arrivato il momento di prendere la metropolitana per roma termini, poi il treno per ciampino ed infine un assurdo autobus sovraffollato per l’aeroporto.
Mi piacciono i piani ben riusciti; arriviamo in netto anticipo sui tempi di marcia, passiamo praticamente due ore in aeroporto a mangiare e discutere, intanto l’aereo riesce a fare persino ritardo, percio’ la partenza viene posticipata di una mezz’ora.
Non vedevo l’ora di volare di nuovo dopo il mio primo volo nel 2005 per andare a “What The Hack”, mi ero rammaricato la volta precedente che una coltre di nubi ricopriva l’europa dalla toscana all’olanda rendendomi impossibile notare il paesaggio fuori dal finestrino, ero contento che ci fosse il sole, peccato che sonno e agitazione mi rendano un folle paranoico, percio’ addio tranquillita’, il volo e’ stata una sofferenza estrema, ogni virata era un colpo al cuore, in ogni momento pensavo che stessimo per cadere giu’, sinceramente una cosa orrenda.
Comunque l’italia appariva benissimo dall’alto, ho riconosciuto un po’ tutte le montagne abruzzesi, osservato venezia come non mai, capito che quella cosa lontano era la slovenia, le stesse alpi si sono mostrate generosamente credo sino all’austria, il resto dell’europa era come sempre talmente coperto di nubi da risultare niente piu’ che un prato innevato.
Siamo scesi giu’ attraverso le nuvole poco dopo mezzogiorno, sopra c’era il sole e sotto una pioggerellina mitteleuropea, freddo anche se non cosi’ pungente, e finalmente berlino.
In realta’ siamo scesi al limite dell’anello b di berlino, forse gia’ in zona c, un treno ha impiegato mezz’ora per raggiungere alexanderplatz, fuori dal finestrino si succedevano costruzioni assurde con guglie che ricordavano tanto una gotham city di mattoni, o dark city, un paesaggio post industriale intramezzato di prati verdi e alberi spogli, tanta devastazione, ovunque sembrava che qualcosa stesse crollando o che i lotek si fossero impadroniti dei palazzi e delle fabbriche abbandonate.
Non so’ veramente cosa pensare, anche dopo l’arrivo in centro la citta’ si e’ dimostrata molto piu’ strana del previsto, indubbiamente bella, ma ferita, sicuramente non una ragazza in tiro per la discoteca il sabato sera se dovessimo fare un paragone da uomini.

Siamo in un ostello spartano ed allo stesso tempo colorato in grunenberger strasse ed i letti a castello di metallo non hanno retto non dico i 90 ed oltre chili di ryu, ma neanche i 60 scarsi miei, lasceremo dei letti sinceramente sfondati alla nostra partenza.
Sono uno che si abitua facilmente a stare ovunque, di questo ho preso ormai atto, in poche ore ho gia’ preso la folle abitudine berlinese di attraversare senza guardare la strada se il semaforo me lo ordina, se vedo un semaforo verde passo, devo assolutamente fidarmi di questa citta’ di cui mi sto’ innamorando, piena di viali immensi e stradine ugualmente ordinate, con i sottopassaggi pedonali pieni di rifiuti e scritte come fossimo nel bronx,con l’architettura della ddr ancora a farla da padrona nella bella zona est.
Ci sono anche le decorazioni natalizie, i grandi condomini, ordinate file fuori dalle chiese per la messa della vigilia di natale.
Alle 19 tutti i negozi ed i locali sono irrimediabilmente chiusi, per degli italiani come noi questo e’ stato un duro colpo, stavamo camminando alla ricerca di qualcosa da mangiare per sopravvivere alla giornata trascorsa a stomaco vuoto ed in viaggio, siamo riusciti, e solo con fortuna, a trovare dei turchi venditori di kebab prima che chiudessero ed una caffetteria americana con cioccolata calda, commessa bionda tuttofare e ciambelle non commestibili in puro stile americano.
Fuori tempo massimo abbiamo preso anche un paio di wurst ad un chiosco che stava chiudendo dentro la stazione di alexanderplatz.
Abituato alla metropolitana di roma, la u-bahn di berlino sembra provenire dal futuro, la linea U5 che collega alexanderplatz con honow e che stiamo usando per spostarci lungo la direttrice ostello – mitte e’ piena di stazioni colorate e spartane (come l’ostello devo dire, con le pareti colorate e l’arredamento di metallo), di treni gialli con le carrozze tutte unite che si snodano come serpenti sotterranei, pieni di monitor per renderti coscente di dove sei e di dove stai andando.
Non vorrei dimenticare di citare le gru, ero stato di passaggio qui in citta’ nel 2003 e c’erano cantieri ovunque, ancora oggi e’ lo stesso, sono spuntate in piu’ solo installazioni artistiche ed altre trovate estemporanee, ma dev’essere il periodo, forse il motto che oggi mi sembra il piu’ appropriato e’ quanto letto in centro sulla facciata di un museo che vedo ogni volta e di cui non ricordo il nome situato su quel viale che poi diventa unter den linden.
All art has been contemporary.

Giorno nuovo vita nuova, sveglia ad un orario decente del mattino, approssimativamente le 9, seguita da doccia e tolettatura varia, passeggiata per warschauer strasse, colazione con caffe’ insipido e lungo ed un’ottimo cornetto tedesco al cioccolato, praticamente il paradiso, non c’e’ piu’ neanche la pioggia del giorno prima.
Abbiamo incontrato ascii sotto la torre della tv ad alexanderplatz, piazza piuttosto interessante data la sua estensione, praticamente nel raggio di qualche chilometro tutto e’ alexanderplatz, dove non vedete piu’ alexanderplatz probabilmente siete in alexanderstrasse, cosi’, giusto per non mettervi in difficolta’.
Oggi la citta’ era molto piu’ popolata, le file all’entrata delle chiese si erano ridotte ed i negozi non hanno chiuso al pomeriggio; notizia delle notizie c’era persino il sole che ci ha spinto a camminare discretamente avanti ed indietro nel mitte alla ricerca di un po’ di fun; qualche volta parliamo inglese persino tra di noi per capirci e farci capire, forse non stiamo piu’ tutti bene.

Le lenti a contatto mi hanno ucciso, il sushi vegetariano soddisfatto solo parzialmente, gli innumerevoli caffe’ insipidi stordito.
Un punk dall’idioma sconosciuto, ovvero estraneo all’insieme {italiano, inglese, tedesco}, accompagnato dal cane d’ordinanza ha discusso per un po’ con noi senza che trovassimo una lingua comune in cui parlare, il che mi spinge a dirvi che i tedeschi parlano tedesco con voi anche se gli avete giustamente fatto notare che voi il tedesco non lo capite e preferireste una lingua franca come l’inglese.
Fuori dal berliner congress center abbiamo incontrato un ragazzo austriaco con cui abbiamo scambiato quattro chiacchiere, noi gli abbiamo spiegato un po’ di cose sugli hacker italiani, dato che era anche lui li’ per il 23c3, e lui alla fine ci ha detto che qualcuno gli aveva detto che in un posto li’ vicino, ovvero hackescher markt (coincidenze oscure del fato), c’era probabilmente un minimo di vita notturna.
Abbiamo preso la metro, che pergiunta abbiamo scoperto funzionare almeno fino ad orari assurdi della notte (non sempre pero’), conosciuto un corso poliglotta che ha deciso di approfittare della nostra presenza per perfezionare un po’ il suo italiano, e siamo andati li’ in questo posto dove abbiamo trovato un simpatico locale con brutta musica, ma gente tranquilla e soprattutto una sala sotterranea per sgranchire un po’ le gambe.
Peccato che i prezzi delle bevande fossero piuttosto alti.
Abbiamo fatto conoscenza con un ragazzo polacco ventenne che ci ha fatto vedere il suo tirapugni e le foto di un tipo che aveva pestato oltre a raccontarci un po’ la sua vita, ci ha anche lasciato il numero di telefono.

Non mi ero nemmeno accorto che fosse natale.

La scorsa notte mi si e’ scaricata la batteria del portatile e non avevo piu’ molta voglia di fare niente, men che meno ricaricarla, cio’ ha determinato l’abbandono di questi appunti per parecchio tempo, dato che siamo con un solo balzo giunti al 27 dicembre e sono all’interno del 23c3 che e’ ufficialmente cominciato oggi ma e’ ufficiosamente aperto da ieri, giornata in cui sono arrivati anche mayhem, elisa sugo ed alterego.
Ieri nel piu’ assoluto relax assoluto abbiamo passato parecchio tempo nell’area lounge dei phenoelit, ma non e’ stato sempre cosi’, sugo ed alterego ad esempio non trovavano posto in ostello, una allarme incendio non ci ha permesso di prendere la metro, io sono rimasto addirittura a dare una mano ai tipi del ccc per crimpare i braccialetti che vengono usati come pass fino alle 4 del mattino, ho cominciato per sfizio ed ho continuato perche’ alla fin fine mi piace dare una mano durante gli eventi.
Alla fine un tipo che stava li’ alla cassa mi ha detto che potevo andare tranquillamente a dormire tanto non c’era piu’ fila, cosi’ ho cominciato a camminare in direzione dell’ostello lungo karl marx alle.
La distanza dell’ostello da alexanderplatz in linea d’aria e’ di 3,3 km, percio’ devo aver camminato per una distanza maggiore o uguale a 3,3 km.
Una camminata in una berlino deserta e semibuia, andando verso est, e’ interessante, sono stato molto bene, mi piace passeggiare da solo di notte.
Di fronte al mockba una ragazza mi ha anche detto un qualcosa in tedesco che io ho interpretato come un “salute” dato che avevo appena starnutito, ho pensato che se una ragazza che cammina da sola per strada alle 4 del mattino a berlino est mi dice salute probabilmente questa citta’ non e’ assolutamente una metropoli disumana come qualcuno potrebbe pensare, anzi, non dev’essere certamente male vivere qui.
Figuratevi che da oltre un giorno chiamo l’ostello casa senza nemmeno pensarci, mi sono fortunatamente riscoperto molto cosmopolita, per me casa e’ dove c’e’ un letto che mi aspetta, che sia l’aquila, berlino, pescara o sidney.

Ci siamo stabiliti nella sala art&beauty dove ci sono musica piacevole, gente sui divani, luci colorate, ci siamo impossessati di una piccola area e la difendiamo coi denti… oddio questo non e’ assolutamente vero, a me non piace difendere gli spazi, specialmente in situazioni come queste, c’e’ un gusto un po’ tedesco a pensare che l’altro invadera’ il tuo spazio e prendera’ le tue cose se tu abbandoni il campo, ma tutta questa cosa a me non piace, persino da perfetto misantropo quale sono non trovo nessun fastidio che sconosciuti si siedano di fianco a me dove prima c’era seduto qualcuno che conosco.
Le felpe marroni di quest’anno sono molto carine, mi piace il colore e mi piace il logo con la mela della discordia disegnato dietro, finiro’ certamente tutti i miei soldi prima di tornare a casa se vado avanti a comprare abbigliamento da nerd.
Sono sporco, i giorni sono sempre molto impegnativi e la notte non ci si puo’ lavare, una doccia dopo le 10 dovrebbe equivalere all’espulsione dall’ostello, percio’ non dev’essere bello starmi vicino.

Sono arrivati anche sgrakkyu, darklady e lord scinawa, ci sono cose piuttosto fiche in giro tra cui un pong tridimensionale fatto con un cubo di led che mi ha fatto assolutamente impazzire, un tedesco non so’ perche’ ha deciso di sfidarmi a questo gioco mentre lo osservavo e non so’ neanche come ma ho vinto io, meglio per me, ma non e’ una cosa di cui mi vantero’ molto, meglio vantarsi di una cosa giusta ed etica come recuperare soldi raccogliendo bottiglie abbandonatate e restituendole al bar come vuoti a rendere, ah questi italiani.
Ho capito che vivrei volentieri a berlino per un po’ di tempo, avrei giusto bisogno di una casa con un bidet, quando non si ha qualcosa ci si accorge della sua necessita’ e io mi sono accorto che vivere senza bidet non e’ bello.
Passiamo un altro po’ di tempo nel sotterraneo dei phenoelit, mi sembra giusto dopotutto, faccio fatica a ricordare di essere stato in posti qui dentro dove non ci sia musica, piu’ passa il tempo e piu’ tutti la odiamo.

Adesso in ostello siamo io, ryu, sugo, alterego e lord scinawa, ogni sera c’e’ qualcuno in piu’ in questa stanza e ogni sera piantiamo un casino assurdo in ostello aggiungendo qualcuno, immaginatevi come devono essere contenti i tipi qui dell’ostello con noi che torniamo tutte le notti ad orari assurdi tipo le 4 o giu’ di li’ e portiamo qualcuno di nuovo da far entrare, vabbe’ che tra un giorno saremo tutti fuori da questo posto, domani mattina devo assolutamente fare una doccia prima di perdere del tutto la possibilita’ di farne.
Invece di dormire perdiamo ore intere della notte esplorando la rete wireless dell’ostello in preda ad un atroce delirio, nevicava anche un poco questa notte, ho fatto la danza della neve in una strada abbandonata, abbiamo preso due tram dato che la metro non passava piu’, tram pieni di gente con cui abbiamo parlato, meglio dire i miei compagni di viaggio hanno parlato altrimenti il racconto risulterebbe sicuramente non realistico, c’era un gruppo di ragazze straniere sull’ultimo tram che scinawa ha subito abbordato e fotografato.

Oggi abbiamo occupato un simpatico tavolo tutti assieme, gli italiani sono un po’ settari ?
Non credo, piuttosto c’e’ un po’ di complesso di minoranza e in un posto con migliaia di persone si tende a mettere le tende tutti assieme per poi socializzare ognuno con chi vuole.
Finalmente la neve vera, che scende dal cielo vero, questo inverno sembra comunque piuttosto caldo.

Serata al c-base fino alle 3 per me, sugo, ryu ed ascii mentre scinawa ed alterego sono rimasti al congress con gli altri, il posto era fico ma noi eravamo talmente stanchi che dopo un’oretta io ryu e sugo abbiamo deciso di andare a dormire, ryu ha preso un taxi mentre io e sugo abbiamo passeggiato a ritmo sostenuto da janowitz all’ostello attraversando quel pezzo di berlino est che si estende attorno all’ostbahnof.
Abbiamo lasciato l’ostello con qualche ora di ritardo questa mattina perche’ nessuno ha sentito la sveglia, ogni giorno che passa aumenta la stanchezza dato che quando va bene dormiamo 3 o 4 ore a notte.

Sono contento di essere qui e di avere ventitre anni, il 23 e’ un numero importante, un ventitreenne alla ventitreesima edizione, coincidenze ?
Chissa’ se arriveremo mai al 42c3, forse no, anzi sicuramente no, ma che importa, l’importante e’ essere qui adesso.
E’ arrivato anche rage oggi e ci siamo fatti un sushi a pranzo, questa volta sono rimasto notevolmente impressionato dal sushi, questa volta non ho sbagliato ed ho preso quello col pesce.

Da insieme di appunti tutto questo delirio sta’ diventando un insieme di robe fuffe e cervelli contraffatti, e’ notte fonda, non avendo un posto per dormire siamo rimasti qui al 23c3, ascii suona la batteria sul tavolo suscitando le ire dei piu’, nelle strade si vendono caramelle assieme ai coltelli, nella speranza che i bambini abbiano fortuna e becchino davvero i coltelli e non le caramelle.
La mia schiena non e’ piu’ una schiena, puzzo abbastanza da far si’ che mi venga fatto notare ma non sono il solo, lavarsi non ha comunque senso arrivati a questo punto e senza una stanza in un qualche posto e’ anche impossibile, sono settimane che non riesco a farmi una di quelle belle dormite da 12 ore di seguito.

Tutti fanno tutto quello che possono, gli altri aspettano.

Nasce una certa preoccupazione nei tedeschi per la poca acqua consumata, ognuno approfitta delle bevande di cui puo’ approfittare e l’acqua e’ all’ultimo posto della hit parade dei consumi, si teme per le condizione di salute di tutti, la disidratazione sembra imminente.
Ieri sera dei tipi vestiti di nero cantavano canzoni assurde in giro per il congress center, li ho seguiti finche’ cantavano canzoni come RFID (su musica di YMCA), li ho lasciati quando hanno cominciato a cantare soltanto canzoni divertenti in tedesco che non capivo assolutamente cosa avessero di divertente, invece i dj questa sera erano vestiti di rosso con dei costumi tutti pelosi e delle maschere, quasi dei teletubbies.

Siamo riusciti anche a dormire qualcosa accampati nell’art&beauty area, teoricamente non si potrebbe dormire qui ma lo facciamo, anzi lo fanno tutti quelli che hanno deciso di trascorrere qui la notte, i signori dj hanno anche pensato di staccare la musica un’oretta verso le 7 del mattino per consentire un attimo di riposo ai presenti.

Il pomeriggio avanza e la sera e’ ormai arrivata, diciamo che comunque qui al nord la sera arriva abbastanza presto, praticamente a meta’ pomeriggio e’ notte fonda.
Non saprei dire se, bhe, in generale non saprei dire niente, non so’ dire, domani si torna a casa al sud, chissa’, con la stanchezza che mi porto dietro e’ molto probabile che dormiro’ tutto il tempo sull’aereo, sono a pezzi, le belle esperienze sono sempre quelle che ti provano, il congress e’ una cittadella popolata da migliaia di persone che mangiano, codano, ridono, vivono, dormono, il tutto su 3 piani d’estensione e per 96 ore consecutive, roba da record.

Sono finalmente a casa, quella vera questa volta, abbiamo viaggiato in taxi, aereo, taxi, treno, metro, autobus, macchina, praticamente abbiamo viaggiato con qualsiasi mezzo per tornare a casa, un viaggio lungo, sonnolento, assurdo, puzzolente, ma alla fine siamo arrivati, non so’ come ma ce l’abbiamo fatta, siamo sopravvissuti all’evento e sono sicuro che ognuno di noi ne sia riuscito improved, almeno io credo di esserne uscito cosi’, non si finisce mai di imparare, ed e’ questo che rende ancora la vita degna di essere vissuta.
Che altro dire se non EVVIVA!

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