The long arm of the law
A Saturday night in Amsterdam and we are on the streets.
A bunch of people are walking around Leidseplein, trying to reach the Melkweg, not for going there, just to meet another bunch of folks in front of it. They’re almost all Italians but there is a Swiss guy too, just like on the jokes. Between them our hero (you know and we know is not, but for God’s sake, let him be happy sometimes) in the middle of a tremendous testosterone crisis.
The folks are about to decide where to go, when our guy and some other peoples decided to have their backs laying on the side of a parked car. The owner of the car was a policeman.
p: You were sitting on my car ?
i: Yes sorry.
p: I’m going to check. If there are any damages I’ll sue you and then I’ll shoot you.
Lucky fellow.
Random girls
A Saturday night in Amsterdam, a Belgian pub near Leidseplein.
On the scene different characters, between them isazi and a girl. We don’t know if they know each other or not, neither they do, we don’t know what they are saying, or if they’re talking. What we know is only that at some point a conversation takes place. We can remember the content of the conversation but not exactly all the words. More or less the content of the conversation is the following one.
g: Are you Italian ?
i: Yes. How do you know ?
g: Oh, your English is so bad that you can be only Italian or Spanish.
Fail.
Amstelveen, The Netherlands
La città del titolo (Amstelveen) è dove abito da ormai un mese (se leggete il penoso articoletto di Wikipedia ita, bhe io sono proprio ad Uilenstede), sono qui per motivi di studio, il mio programma di laurea magistrale prevede infatti un anno di studio all’estero, così sono diventato uno studente della VU, la Vrije Universiteit Amsterdam.
Potrei evitare di postare i link a Wikipedia ita dove le voci sui Paesi Bassi sono solo abbozzi, ma dato che sto scrivendo il post in Italiano facciamo che continuo così, diciamo che se volete leggere qualcosina in più cliccate sulle voci in Inglese e risolvete.
Il mio palazzo è il più brutto del quartiere, ovviamente, è vecchio e fatiscente e sarà demolito a breve (forse è per questo che è riservato solo agli studenti stranieri) ma è anche il meno costoso (no, forse è anche per questo) ed il più particolare, pieno di sfaccendati studenti Erasmus inebriati dal vivere nella particolarissima Amsterdam.
Naturalmente non ci sono solo studenti sfaccendati eh! 🙂
Diciamo comunque che la Guesthouse, questo il nome del palazzo, è rinomata per i party, quindi diciamocelo, un posto perfetto dove vivere; a dirla tutta il mio piano è anche molto tranquillo (tutti master o bachelor, nessun exchange) perciò un posto migliore non poteva capitarmi.
Il quartierino studentesco qui è carinissimo, dotato di tutti i servizi ed a pochi minuti a piedi dall’università, effettivamente siamo ad A’veen ma a pochi metri dal confine con A’dam, anche andare in centro è semplice (sia con i mezzi che in bici).
Ho comprato una bici di seconda mano al prezzo per cui in Italia avrei comprato una bici nuova ma era essenziale ed i prezzi delle bici qui comunque sono folli, sarà perchè è non solo il mezzo più usato ma anche il più usabile, sarà perchè non ci sono salite, sarà perchè altrimenti non ti godi a pieno la città, sarà che non lo sò ma alla fine le bici a me sono sempre piaciute (sono le salite che non mi sono mai piaciute invero) e quindi sono estremamente contento del mio acquisto.
Oggi ho consegnato anche il primo assignment della mia carriera universitaria qui, sono molto contento 🙂
È la prima volta che vivo all’estero, ero già stato anche qui nei Paesi Bassi alcune volte, ma viverci è un’altra cosa, e viverci per un intero anno figuriamoci, sto cercando di imparare il più possibile del come si vive qui, cercando come sempre di copiare tutto quello che mi sembra meglio ed evitare ciò che mi sembra peggio, abitudini alimentari comprese, mi piace questo esperimento di dutchizzazione e spero che i risultati siano buoni (da sempre un fan delle ibridazioni, delle mescolanze e del meticciato).
Bhe, questo post serviva solo a dare un aggiornamento della mia posizione e del mio stato mentale dato che non scrivevo da un po’ (ma ho pubblicato qualcosa sull’altro sito).
Parigi val bene un HSF
Sono tornato ieri a casa dopo aver lasciato Parigi e la “Hacker Space Conference 2009”.
Dovrei forse scrivere un bel post riguardo la scena in Europa, gli hacklab, i francesi che sembra abbiano inventato cose che in italia avevamo nel 1996 (questa è cattiva ma ogni tanto ci vuole), insomma, un bel post che riguardi un evento.
Il problema è che io scrivo solo quello che mi passa per la mente e l’unica cosa che voglio fare è elencare dei punti che mi hanno colpito durante questa mia terza visita a Parigi:
- gli impianti elettrici sono un po’ ridicoli, così come le misure di sicurezza (immagino che scendere oggetti ingombranti tipo un water con una corda dal terzo piano su un marciapiede o avere locali senza uscite di sicurezza siano esempi validi)
- divento sempre più asociale negli eventi, raramente rivolgo la parola a qualcuno, il che potrebbe essere interpretato come il raggiungimento del nirvana, o col finale collasso del mio sistema nervoso
- ho tenuto il mio primo talk (collettivo ma sempre talk) in English ed è andata bene, meglio di quanto prevedessi, il mio vocabolario è sempre ridicolo se paragonato a quello di un bimbo inglese di 10 anni ma sono contento ugualmente, come in Italia ho riscosso delle risate (soprattutto da parte del pubblico femminile) il che significa che mi sono comportato bene
- mi aspettavo peggio dal punto di vista linguistico, mi sono rifiutato di parlare del finto francese e ho parlato solo in inglese, la gente capisce ma spesso capiscono più i “civili” che gli addetti ai servizi, ad esempio big up per la ragazza che mi ha dato indicazioni fuori dall’aeroporto (dato che il conducente dell’autobus mi ha detto che non parlava inglese e che potevo chiedere alle altre persone presenti in fermata) e mi ha poi insegnato ad usare i completamente “user unfriendly” distributori di biglietti, shame sulla bella cameriera di un centro commerciale alla Defense che non ha capito cosa fosse una “bottle of Coke” ed è entrata nel panico più totale
- i francesi maschi sono sembrati un po’ più rudi nei modi, almeno nei miei confronti, le ragazze francesi oltre ad essere molto belle di viso sono mediamente più simpatiche dei loro maschi, piuttosto intelligenti (interessanti i discorsi di linguistica avuti in loco) e, ringraziamo le loro divinità per questo, portano la gonna (non è un commento metaforico ma proprio stilistico) anche se non sempre scarpe adeguate alla situazione, ma tant’è, se volete trovare moglie provate a farvi comunque un giro a Paris 😉
- la banlieu sud mi è sembrata molto meglio di quella nord dove ero stato nelle precedenti visite
- sono stato alla festa di sabato sera dentro lo HSF e, oltre a della immondizia pseudo industrial, ho ascoltato un po’ il concerto dei “Marijane Miracle” (simpatici e divertenti) ed un DJ francese abbastanza giovane e bravo di cui però non ho capito il nome
- a proposito di parties come noi i ragazzi si portano dietro dei beveroni alcolici per spendere meno, ad un certo punto erano comunque tutti completamente ubriachi, ho raccolto un tizio che è caduto per le scale facendomi temere per la sua sopravvivenza ma che alla fine sembra essere sopravvissuto, panico e battito accelerato dovuto all’immedesimazione nel personaggio, I suppose 🙂
Aggiungo che forse porto sfortuna, a Febbraio sono stato ad Amsterdam ed il giorno dopo il mio ritorno in Italia è caduto un aereo, ieri sono tornato da Parigi ed è successa la stessa cosa, bha.
Cosa ho imparato e/o prodotto ?
Niente di trascendentale devo dire, ho sentito un paio di cose carine ma non mi sono entusiasmato per niente, tranne che per gli occhi di un’austriaca a cui ho scritto dei versi in preda all’estasi mistica, versi che probabilmente pubblicherò una volta fatti fermentare (continuo a non credere alla poesia emotiva ma solo alla poesia indotta dall’emozione).
Queste sono le foto che ho scattato, per commenti ed insulti random fate voi.