Qualcuno ha paura!
C`e` qualcuno che ha paura ?
Dev`essere sicuramente cosi`, in Italia c`e` qualcuno che ha paura, paura di quello che ha combinato a Genova durante il G8, paura che qualcuno porti alla luce le violenze perpetrate durante quei giorni del Luglio 2001.
Foto, video, registrazioni: i media attivisti e gli altri manifestanti hanno prodotto tantissimo materiale documentario su quelle giornate, un materiale che i media ufficiali non ci hanno mai fatto vedere, facendo montaggi video che si concentravano solo su macchine bruciate e tafferugli; un materiale che indubbiamente spaventa qualcuno perche` se alla tv non e` passato, attraverso la rete e` arrivato si monitor di tutti quelli che, anche con poco impegno, hanno fatto una semplice ricerca per vedere con gli occhi di chi c`era, non con quelli di chi era pagato da chi era dall`altra parte della barricata, cosa stava ed era successo a Genova 19, 20 e 21 Luglio.
E ieri, il 20 Febbraio 2002, quel qualcuno ha emesso un altro ordine di distruzione, dopo che la sera del 21 Luglio 2001 il Media Center a Genova era stato brutalmente assaltato dalle “Forze dell`Ordine“(?) che, con la scusa dei terroristi e dei black block, eliminavano quanti piu` video e quante piu` immagini riuscivano, oltre a eliminare il sorriso dalla faccia di molti dei presenti nella scuola Diaz in quel momento.
Cosa e` successo ieri ?
Sono scattate perquisizioni in tutta Italia (Torino, Firenze, Taranto e Bologna) contro dei presunti IndyMedia Center, per cercare documentazione sui fatti di Genova, con sequestri di foto, videocassette, computer, documenti.
Azione repressiva questa, ma allo stesso tempo intimidatoria, contro IndyMedia, un network di informazione indipendente nato nel 1999 a Seattle per seguire le proteste contro il WTO e cresciuto poi in tutto il mondo, divenendo uno dei punti di riferimento per l`informazione libera e indipendente.
Anche noi ci battiamo per la liberta` dell`informazione e diamo tutta la nostra solidarieta` a IndyMedia per l`attacco subito, che viene dopo quello al sito NetrStrike.it e dopo la revoca della licenza a Radio Onda Rossa.
Proprio questa sequenza, questo climax repressivo, ci fa temere per la liberta` di espressione nel nostro paese, soprattutto in rete, dove la paura per l`incontrollabilita` del mezzo sta` spingendo l`autorita` ad andare sempre oltre nell`attivita` censoria e repressiva.
E abbiamo visto che per difendere se stesso il potere non si ferma neanche davanti a manifestanti inermi, figuriamoci se si fermera` dinanzi a strutture informative non controllabili e quindi potenzialmente letali per esso.
Solidarieta` e` tutto quello che possiamo dire.
Ma quello che possiamo fare e` molto di piu`, NON MOLLARE nella nostra lotta per un`informazione libera, non solo libera, ma anche contrapposta all`informazione finanziata dai signori del capitalismo globale.