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Conferenza nazionale GC

Conferenza nazionale GC

Riflessioni sulla comunicazione per la conferenza nazionale dei Giovani Comunisti.

Per noi la comunicazione e’ divenuta talmente importante che perdere di vista il suo significato o non darle il giusto peso nelle nostre analisi sarebbe un grave errore.
Prestiamo attenzione alla posizione che occupa la comunicazione nel nostro mondo: l’economia e’ essenzialmente economia della comunicazione, la societa’ del controllo, o dell’autocontrollo, nasce grazie a mirate campagne comunicative e lo stesso possiamo dire per il consenso a questo sistema.
Precisiamo comunque che la comunicazione con cui dobbiamo avere a che fare e’ una comunicazione degenerata, una comunicazione che non ha il proprio punto di partenza nella comunita’ e che non tende a creare o rafforzare quest’ultima, ma, al contrario, porta l’uomo all’isolamento e all’abbandono, nel tentativo di separare, mediante canali singoli e monodirezionali di flussi informativi, non solo i ricettori dalla fonte ma anche i ricettori stessi tra di loro.
In questo mondo indagare e creare strategie di liberazione riguardo il tema, sicuramente vasto, della comunicazione diventa non solo importante, ma fondamentale.
Fondamentale e’ ad esempio parlare di proprieta’ intellettuale.
Il fatto che ci venga proposto un mondo dove le idee non possono liberamente circolare dovrebbe immediatamente far suonare in tutti noi un campanello d’allarme perche’ le idee sono, o almeno dovrebbero essere, cio’ che meno si presta ad essere sussunto dal capitale, e quindi un mondo in cui le idee fossero state gia’ assimilate da questo sarebbe anche un mondo dove si pagherebbe per acqua, aria, vita e amore.
Gli impresari delle major vengono a dirci che bisogna proteggere gli autori e ricompensarli per il loro lavoro, e dicendo questo convincono molte persone, ma non ci stanno raccontando tutta la verita’.
Gia’ tutta l’enfasi posta a mitizzare la figura dell’autore, sorta di genio creatore ottocentesco depositario di conoscenze divine, dovrebbe portarci a riflettere; l’autore infatti non e’ mai una figura mitica ma un uomo, in molti casi con grandi capacita’, che non crea tutto dal nulla, ma che, semplicemente, si fa portavoce di una conoscenza collettiva condivisa col proprio ambiente, dal quale egli costantemente attinge sapere e nel quale ripone le proprie idee nella costante ripetizione del processo di accrescimento dell’intelligenza collettiva.
E se anche l’autore fosse cosi’ unico, perche’ i diritti di sfruttamento economico, e spesso anche i diritti morali, sono quasi sempre di altri e non degli autori ?
E continuano a raccontarci persino di come il regime di proprieta’ intellettuale sia nel nostro interesse, dicono infatti che grazie ad esso possiamo sempre avere a disposizione opere nuove e migliori.
Sorvolando sul fatto che arte e scienza siano nate prima di diritto d’autore e brevetti, possiamo sicuramente porre dei dubbi su tale questione.
Se il diritto d’autore rimanesse un’esclusiva su attualizzazioni materiali di idee, avrebbe un certo senso, e infatti nel 1700 lo ha avuto aiutando la nascita della stampa e portando quindi con se il germe dell’alfabetizzazione di massa.
Ma il mondo e’ cambiato dal 1700 ad oggi e quando si vogliono “proteggere” addirittura le stesse idee il diritto d’autore diventa insostenibile e nocivo, perche’ invece che un incentivo diventa un freno allo sviluppo.
Cosa dovremmo rispondere a chi brevetta la vita e il vivente ?
Che il brevetto dovrebbe essere un’esclusiva di sfruttamento, limitata nel tempo, su innovazioni tecniche e non dev’essere in nessun modo possibile brevettare noi, ne’ piante, animali o idee astratte, perche’ allo stesso modo sia il dna che i sorgenti di un software non sono sistemi meccanici e non dev’essere possibile sottoporli a brevetto.
E’ qui che bisogna essere disobbedienti, liberando il sapere e facendo in modo che le dighe che lo frenano cedano ed esso torni a bagnare la societa’ che ne e’ stata privata.
E allora niente piu’ rassegnazione davanti a chi tenta di limitare il nostro sapere, e’ ora di prendere e sovvertire, prendere ad esempio il copyright e farlo diventare copyleft su software, libri, musica, video e tutto quello di cui gli altri vogliono privarci.
Dobbiamo rimettere in moto l’intelligenza collettiva e per questo ci opporremo a chi vuole brevettarci o metterci un marchio, e quando lo faremo non potranno ne’ arrestarci tutti ne’ multarci, non solo per impossibilita’ amministrative, ma perche’ avremmo deciso di riprendere in mano le nostre vite.
Anche questo e’ essere antiproibizionisti, perche’ “se ciascuno recintasse il suo metro quadrato di terreno il risultato sarebbe che nessuno potrebbe muoversi e gli unici a guadagnarci sarebbero i venditori di recinzioni”.

Conferenza provinciale GC

Conferenza provinciale GC

Intervento sulla comunicazione scritto per la conferenza provinciale dei Giovani Comunisti.

Durante l’ultimo congresso di rifondazione mi e’ capitato di leggere sul documento di maggioranza una tesi, la sette, che trattava della rivoluzione informatica, ma non ho trovato niente nel secondo documento.
Ho sperato nei giovani, speravo che almeno l’eta’ anagrafica spingesse chi ha realizzato i documenti a comprendere meglio la struttura del mondo in cui viviamo (Italia anno 2002).
Anche qui il nulla, tranne un quanto mai improbabile accenno ad una crisi di sovrapproduzione della net-economy trovato nel quarto documento, e devo dire che la sovrapproduzione informativa e immateriale, date anche le mie lacune intellettuali, non riesco ancora a metterla a fuoco.
Beninteso, tutto questo eccettuato il primo documento; questo documento infatti ha ben due paragrafi dedicati uno alla riflessione sull’information age, il 12, e uno al mediattivismo, il 24.
Dovete sapere comunque che non mi sono stupito di trovarli perche’ questi paragrafi non sono nati dal nulla, ma dal lavoro costante di un gruppo, quello sulla comunicazione dei GC, che e’ nato nella sua forma attuale durante l’ultima assemblea nazionale a Foligno lo scorso dicembre.
Concluso questo preludio finto polemico, banale scusa per poter nominare questo attivo gruppo di lavoro che vede la partecipazione anche di compagni pescaresi, vorrei brevemente illustrare qualche punto di interesse piu’ generale.
La prima cosa che mi viene da dire e’ che la proprieta’ privata sta’ diventando sempre piu’ forte in questi ultimi tempi, perche’ e’ arrivata ad appropriarsi dell’inappropriabile per eccellenza: del pensiero e dei sentimenti.
Sto’ parlando principalmente di proprieta’ intellettuale certo, ma non solo.
Preciso che non ho le date sballate nel cervello, so’ che la proprieta’ intellettuale e’ nata secoli fa’, diciamo in maniera soft con l’avvento della scrittura e in maniera hard con la stampa e le leggi sul diritto d’autore; tuttavia solo adesso la situazione e’ arrivata al suo apice, adesso nell’era della riproducibilita’, qualcuno, capitale, mercato, chiamiamolo come vogliamo che tanto basta capirsi, ha deciso che nella nostra mente non dimorano piu’ idee ma merci, vendibili o utilizzabili solo dietro pagamento.
Ad esempio, il mio codice genetico e’ ancora totalmente mio ?
Si’, almeno finche’ non risultera’ utile a qualcuno che lo brevettera’ (in pratica quindi brevettera’ anche me dato che io e il mio dna siamo piuttosto complementari) e a quel punto cosa faro’ ?
Semplice, paghero’ per sopravvivere e riprodurmi.
Sembra uno squallido paradosso adesso, ma ricordiamoci che per le piante e’ gia’ cosi’.
Per questo e’ importante mantenere attivo un lavoro di riflessione ed azione sul tema della proprieta’ intellettuale anche tra di noi, e se questo percorso non e’ ancora nato, sara’ ora di farlo nascere.
Dato che mi sto’ dilungando come la bava di una lumaca diro’ solo un’ultima cosa.
C’e’ una grande battaglia in atto riguardo l’accesso al sapere, ed e’ l’attuale battaglia per lo sviluppo della rete.
C’e’ chi vede rete e mondo come grandi supermarket, chi invece li vede come luoghi di scambi non commerciali.
La rete potra’ diventare quindi il mercato globale, o il punto d’incontro tra le comunita’ globalmente interconnesse.
Mi sembra chiaro che noi non si sia per il mercato, quindi anche qui occorrera’ sviluppare strategie, magari disobbedienti, di azione.
Non ho fatto alcuna menzione a soluzioni pratiche, anche perche’ se fossi capace di elaborarne avremmo probabilmente realizzato un altro mondo possibile e non saremmo qui a parlare.
Concludo, e questa volta per davvero, con un piccolo appello che riprende anche il paragrafo sul mediattivismo del documento di maggioranza: nei nostri circoli i computer non dovrebbero contenere software proprietario ma software libero.
E’ un’azione piccola e superficialmente senza implicazioni, ma se non si comincia da qualche parte finiremo con il dover pagare per cio’ che pensiamo, e francamente cio’ non mi rende allegro.

Corrispondenze da Cinisi

Corrispondenze da Cinisi

From: isazi
Subject: [PescaraFree] Me viene voja de parti’
Date: Mon, 6 May 2002 11:22:20 +0200 (CEST)

Allora, scrivo in mattinata da una postazione radiocittadina, sto’ partendo per palermo per partecipare alla realizzazione del mediacenter a cinisi in occasione della manifestazione nazionale antimafia.
Info http://www.radioaut.org
Spero di potervi mandare dei report ogni tanto, il 9 sara’ il ventiquattresimo anniversario della morte di peppino impastato, ma non sono sicuro di poterlo fare con precisione massima perche’ il lavoro giu’ sara’ molto e saremo davvero impegnati (sapete com’e’, sole, mare e altre amenita’) quindi se non riesco a farmi sentire prendo appunti e scrivo qualcosa al ritorno.
Al sito ci pensera’ il resto della redazione, se ci riesco aggiorno qualcosa pure io perche’ vivendo in un mediacenter una connessione ad internet dovrei averla, tenendo conto che il mio computer pero’ potrebbe ritrovarsi a fare da router per tutto il resto del centro, bhe ci sara’ da ridere molto 🙂
Vi lascio, i treni corrono.
A presto

From: Annalisa
Subject: [PescaraFree] Re: La prima giornata a Cinisi
Date: Fri, 10 May 2002 10:57:43 +0200

—– Original Message —–
From: isazi
To: Annalisa
Sent: Thursday, May 09, 2002 10:41 PM
Subject: La prima giornata a Cinisi

Buonasera gente, ho problemi con la posta e non posso scrivere direttamente a pescarafree.
Oggi c’e’ stata la prima giornata della manifestazione nazionale antimafia.
Abbiamo finalmente allestito il media center, abbiamo sclerato come pazzi per mettere in rete adesso ben 3 computer (tra cui il mio) piu’ un server; abbiamo anche una postazione per la videoscrittura, ci siamo felicemente uniti tra attivisti del forum sociale antimafia e indyani, stiamo aggiornando tanti siti, peccato che il nostro sia scaduto il 4 e non ci siano i soldi oggi per ricomprarlo 🙂
Questa mattina ci siamo alzati all’ora locale, tipo verso le 12, e abbiamo cominciato.
La maratona e’ stata fatta dai bambini delle scuole, mentre il workshop di indymedia e’ stato molto partecipato, loro dicono il piu’ partecipato della storia indyana.
Comincia ad esserci varia gente, il campeggio e’ lo stadio di cinisi con l’erbetta ben curata e tutto l’occorrente per campeggiare.
Parlano di noi qui, ma molti hanno paura dei vandali no-global che potrebbero scendere dal nord e distruggere tutto.
Scherziamo in queste cose, tra mediattivisti pare che si possa creare un clima molto creativo.
Questa sera poi c’e’ stata la fiaccolata in ricordo di peppino.
Al grido “Peppino e’ vivo e lotta insieme a noi” abbiamo fatto dalla sede storica di radio aut a terrasini fino a casa di peppino camminando con le fiaccole.
E’ stato molto bello, alla fine la madre di impastato era commossa e abbiamo applaudito con forza per degli interminabili minuti.
Sto’ scrivendo molto male ma comincio ad essere stanco, e poi qui essere ubriachi e’ lo standard de facto.
Vi lascio, cerchero’ di farmi risentire domani, il sole qui tramonta sul mare, e’ come vedere l’alba da noi.
Ah, mangiate sfincione se capitate da queste parti 🙂
‘notte

From: lunetto.p
Subject: Re: [PescaraFree] Re: La prima giornata a Cinisi
Date: Fri, 10 May 2002 11:56:17 +0200

Grazie per questo messaggio che mi fa rivivivere un po’ la “mia Sicilia” visto che manco ormai da tre anni.
Quanti soldi ci vogliono per ricomprare il nostro sito?
P.

From: isazi
Subject: Re: [PescaraFree] Re: La prima giornata a Cinisi
Date: Fri, 10 May 2002 22:02:09 +0200

Bhe, per il sito non so’ esattamente se rimanere dove eravamo o spostarci da qualche altra parte con un servizio migliore e un prezzo minore.
Comunque cerchero’ di provvedere, i soldi li chiedero’ ai semafori 🙂
Per la sicilia, quasi quasi vi scrivo il secondo resoconto, oggi con una lucidita’ maggiore dato che c’e’ stato poco svago.
Posso dirvi che le cose vanno molto bene, non c’e’ un mare di gente come ci si aspetta alle manifestazioni da genova in poi, ma molta per un’iniziativa del genere.
La fiaccolata se non ve l’ho detto ieri contava un migliaio di persone, peccato per i pochi cinisari presenti, ma molti erano affacciati alle finestre.
Questa mattina mi sono risvegliato su un letto a castello all’interno del mediacenter ed e’ cominciata la giornata.
Il mediacenter si e’ subito acceso e con esso i mediattivisti, infatti in mattinata c’e’ stata l’assemblea plenaria d’apertura dei forum dal grandioso titolo “i crimini della globalizzazione”.
Su www.radioaut.org potrete domani trovare i resoconti degli interventi di russo spena e non so’ chi altri.
Quando mi sono affacciato per la prima volta alla finestra ho trovato scritto “9-5-78 9-5-02 noi ancora qui badalamenti boia peppino vive” e sono rimasto piacevolmente colpito, ho fatto una foto a questo muro e spero che prima o poi le potrete vedere in rete, uso il plurale perche’ potrete vedere questa ed altre foto.
Intanto sul sito di radioaut qualche foto c’e’, le stiamo mettendo un po’ alla volta cosi’ come ci viene.
Il signor Impastato ha fatto pranzare lautamente tutti noi del media center, abbiamo una cassa di arance fantastiche e 3 cassette di fragole.
Ah che roba 🙂
I forum ci sono stati nel pomeriggio e sono stati partecipatissimi, ormai arriva molta ma molta gente, abbiamo superato le cento unita’ nel campeggio allestito dentro lo stadio, campeggio che la sera diventa una dancehall reggae/ska animata dai giovani camionisti del luogo e dagli altri campeggiatori.
Il presidente di radioaut e’ qui di fianco a dettare un intervento, perche’ la cosa importante sara’ far ripartire davvero l’antimafia sociale da questa tre giorni in poi.
Penso a domani, dovremmo fare una marcia di 16 chilometri per manifestare, ma verra’ sicuramente accorciato il percorso 🙂
Ho passato il pomeriggio con mastandrea (o come diavolo si scrive) del manifesto che era qui a scrivere articoli, domani dovrebbero dedicare una pagina intera all’evento.
Siamo stanchi, parlo al plurale non per presunzione ma perche’ e’ cosi’ per molti qui dentro.
Non abbiamo ancora cenato e non vorrei andarci pesante come ieri, svegliarsi al mattino dopo aver cenato attorno alla mezzanotte con una pizza ricoperta di tonno e cipolle e’ un’impresa davvero impegnativa.
A questo punto penso di salutarvi, la notte e’ giovane e la giornata di domani sara’ impegnativa per davvero.
Vi saluta anche il mio computer che e’ qui al caldo, infatti da ieri e’ rispuntato un magnifico sole.
Da Cinisi, che definiscono una delle citta’ a piu’ alta concentrazione mafiosa d’italia, il buon isazi.
Pace

From: isazi
Subject: [PescaraFree] Terzo giorno
Date: Sun, 12 May 2002 10:54:43 +0200

Ieri sera non ce l’ho fatta a scrivervi, rimediamo oggi.
Si sono conclusi i forum con un grande sforzo di mediazione dei partecipanti al forum sociale che la sera prima erano molto incazzati con alcune persone malate di protagonismo che intervenivano ovunque e alcune volte a sproposito 🙂
Oddio, non so’ bene come raccontarvi la giornata, la cosa grandiosa e’ stata la lunga marcia (16km) antimafia fatta nel pomeriggio.
All’inizio eravamo pochi, tipo 100-200, e nessuno voleva partire, poi si e’ deciso di farlo e non solo siamo aumentati, 5000 persone si dice, il manifesto (il cui giornalista si e’ fatto il corteo con noi) dice 10.000, io potrei anche dire 3000-4000 ma non importa.
Fatto sta’ che una manifestazione cosi’ bella non si vedeva da tempo, le dimensioni contano, ma solo se non c’e’ altro da far valere 🙂
Scusate ma non riesco nemmeno a leggere, mi sto’ alzando adesso.
Posso dirvi che abbiamo passato parte della notte a discutere di un sacco di cose, ho raccontato agli altri del gran sasso e del parco nazionale, nonche’ del nostro mare.
C’era gente da varie parti d’italia e la delegazione estranei che eravamo io un lituano e un basco a rappresentare delegazioni poco numerose (solo noi).
La discussione tra me il lituano e il basco e’ stata molto interessante, pensate poi che il lituano e’ arrivato qui in bicicletta.
Smetto va, ho ancora troppo sonno e non so’ raccontare di ieri, casomai dal vivo di diro’ di piu’.
Ah si e’ appena svegliato il lituano qui nel media center.
Oggi smontiamo, domani casa, dopodomani morte 🙂

lascrivitudinenonmorire

lascrivitudinenonmorire

Scriviamo perche’ abbiamo deciso che oggi non ci va di morire, appesi dove meglio si crede con un fiore sulle spalle sempre pronti a correre quando non sappiamo cosa fare, se prendere un fucile o farci ammazzare oppure ancora fare quello che ancora non sappiamo come fare se allora la morte ci offre l’unico spiraglio la risposta possibile è solo stare al sole morti come non si può più e correre, correre senza tempo e senza forze con sguardi accesi e nessun coriandolo per la via, mentre se muori io muoio e la morte arriva insieme a noi su un bianco pecorone ormai quasi irriconoscibile, come irriconoscibile paio io o voi o quelli che ci guardano mentre cerchiamo nei cassonetti qualcosa da mangiare o con cui nutrire le nostre menti per poter vivere stando attenti che il colore dei prati non stinga sui vestiti sporchi degli altri che ci osservano minacciosi da una collina poco riconoscibile per conformazione rocciosa.
Stando attento al giorno che passa comincia l’avventura più irriconoscibile che sia possibile trovare, devastazione pratica e associazione libera di corpi in frantumi con i mattoni al posto delle ossa, come se non avessimo più niente da fare e fossimo pronti ad affondare nella sabbia fredda e grigia del porto d’inverno coi pesci anch’essi morti che imputridendo vengono mangiati dai gabbiani in costante punto d’intercettazione biologica con le altre creature del mare e non, con la forza del giorno che abbatte e scavalca la fontana posta così male nelle vicinanze del mercato dei genitali cadenti che la voglia di andare a vomitarci dentro prende sempre di più gli esseri umani guastati e guastatori di voci in perenne corruzione componenti un requiem solenne per quelli che ancora sono in vita, stranamente attaccati dove le virgole riescono ancora a porsi in atto in movimenti di separazione fisica e neurale, virgole che stranamente si comportano mentre la pacificazione spirituale non riesce più a funzionare alla ricerca di dannati gabbioni in preda ad allucinazioni assolutamente enfatizzate alla caccia delle balene come se non fosse più possibile andare o tornare o cosare come più ci pare.
Ospedali in corsa verso la precipitazione cardiaca cronaca del terremoto ininterrotto assalto al torrione abbattuto con sconquasso massimo del suolo e dell’animo di chi ricorda nella sua persa vecchiaia la sorte polemica e la vita scomparsa nella profonda spaccatura del terreno col cielo bianco e i rami neri e scheletrici a guardare come vanno avanti le cose nel giallo più accecante che con difficoltà riesce a ricomporsi sulla faccia dei guastatori e delle dimostrazioni animali del sentimento nascente in orde di barbari assetati di sangue infetto come il resto del sommovimento avvenuto nell’uomo, di nuovo in piazza e sempre in corsa vestiti di nero e verde dimentichi dei colori perduti per sempre, mentre il sangue dimentica di scorrere negli arti che languidi si abbandonano alla decadenza delle occupazioni militari nate dalla lingua malata e dal linguaggio incomprensibile del mondo in divenire attenti alla forma della mano che preme i tasti in attesa di un improbabile orgasmo tecnologico portato dalla morte alata e dai gruppi alieni allo scorrere del tempo.
Guerriglia, applauditi dal mondo che bianco si distende attorno agli uomini blu colorati male e forse peggiori di tutti e degli occupanti, ah il nero come ci affascina con la sua semplicità famelica di luce e derivati della canapa verde e rosso come i colori che scorrono nel sangue della terra madre infelice per la nostra deformazione assolutizzante in attesa della nuova teoria evoluzionistica quando non riusciamo più a liberarci pronti a seguire la sorte dell’antico fecondatore borghese, ringrazia l’ispirazione che viene da lontano soffiando sulla piazza romana, ci siamo ancora come non fornire oggi prove di occupazioni colorate lontane da violenza e rassegnazione.
Giustapporre l’unica conclusione che rimane possibile alla nostra ricerca difficilmente dipanabile contro la forza maggiore di troppi spiragli in cerca di motivazioni per tornare in movimento e attenti alla ricerca di un abbandono voluto per odio onnipresente e sensazioni non più organizzabili.
Formicolio del sangue che perde ogni volontà di proseguire e torna indietro stagnando.
Sentimento dello stomaco che accetta forzatamente la pace e il languore.

Reclaim the media

Reclaim the media

Il giorno 16 Marzo 2002 una delegazione composta da attivisti di Radio Città Pescara, Pescara Libera e Giovani Comunisti è partita da Pescara alla volta di Roma per partecipare alla manifestazione indetta da Indymedia e Radio Onda Rossa in difesa dell`informazione libera e dei media indipendenti.
Ci siamo ritrovati in piazza Esedra con gli altri manifestanti e con i mediattivisti provenienti da tutta Italia, eravamo almeno 8.000 alla partenza, raggiungevamo sicuramente le 10.000 presenze all`arrivo al Colosseo, il TG3 Lazio alle ore 19.30 riportava la presenza di 20.000 persone in piazza.
C`erano sound system di tutti i tipi, postazioni multimediali mobili, tir che contemporaneamente erano bar, sound system, video system, sculture mobili, palchi per esibizioni, negozi per l`autofinanziamento e tutto quello che la mente dei partecipanti voleva e poteva far essere; c`era chi offriva cibo, chi attaccava adesivi (e noi abbiamo contribuito riempiendo la città con gli adesivi di Radio Città), chi riprendeva, chi fotografava, chi copriva le mura con scritte o con manifesti.
Si ballava e ci si divertiva, dato che sappiamo benissimo che per opporci a quelli che vogliono farci sparire, le nostre armi migliori sono la comunicazione e l`allegria.
Come recita anche il motto dei fratelli di Radio Città, “Ritmo e Consapevolezza“.
Il cartello che abbiamo portato da Pescara recitava “Libera l`hacker che è in te ! FREE THE MEDIA“ ed è piaciuto molto alla piazza, molti l`hanno fotografato e filmato, siamo stati persino intervistati.
Durante la parata il cartellone è stato modificato e animato con l`aggiunta di adesivi e manifesti, divenendo ancor più parte di quell`immensa opera d`arte collettiva e palpitante che era il corteo stesso.
Insieme al cartellone portavamo una bandiera pirata a rappresentare la nostra indipendenza e quella di tutti i media alternativi, moderni pirati della comunicazione costretti a questa sorta di nuova pirateria per poter combattere l`informazione dei media di regime.
Poetico come concetto, non trovate ??
Una vena comica si è creata con l`intervento di un manifestante che voleva che noi togliessimo la bandiera pirata perchè credeva fossimo dei “Black Bloc“, abbiamo dovuto spiegargli qualcosa ma il tutto si è risolto con delle allegre risate 🙂
Siamo ripartiti contenti e soddisfatti per aver visto che c`è chi resiste davvero e sviluppa nuove forme di comunicazione per una nuova società migliore.
Altro che girotondi 🙂
Preciso per i puristi dell`informazione, questo non è un report serio, non è “informazione“, è comunicazione di sensazioni vissute per contribuire alla costruzione collettiva di nuovi mondi possibili.

RECLAIM

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