Category: Ordinary life

It’s about me, myself and i

4 Luglio 2003

4 Luglio 2003

Partire da se, voler gestire la propria vita e se stessi, essere fondamentalmente hacker.
Sì, voler essere gli unici padroni di se stessi, voler conoscere come funzionano le cose, è sicuramente un comportamento da hacker, ma probabilmente è molto di più, stavo pensando alla questione di genere e a come mi ci sono imbattuto per caso in questi giorni.
Un’amica faceva parte dell’organizzazione della presentazione di una rivista sul “divenire donna della politica” che si è svolta a roma venerdì 4 luglio 2003.
Sono andato, sinceramente posso dire di esserci andato più perchè c’era lei che perchè fossi interessato alla cosa, e anche dopo la presentazione sono rimasto piuttosto scettico su un sacco di cose, naturalmente in ogni cosa ci sono sviluppi in qualche modo interessanti ma sinceramente essendo un uomo avevo una relativa paura, forse più genetica che altro, di quello che si chiama femminismo.
Lo sò, può sembrare ridicolo, ma penso che sia una cosa persino comune tra gli uomini.
Penso che su tutto regni un alone di mistero, no, non mi sento naturalmente in grado di risolvere questa cosa, ma parlando con la stessa amica ho capito delle cose molto importanti, almeno per me, che mi hanno fatto cadere questa paura, che penso fosse essenzialmente paura di un “separatismo” sessuale che non comprendevo, paura quindi molto personale di perdere persone a cui tengo molto.
Forse è solo una questione di linguaggio, o di non sapersi spiegare, ma parlare come uomini o donne o anche come altre sessualità non biologicamente predeterminate è una delle parti che ci costituiscono come soggettività, io sono io dall’inizio alla fine, durante la creazione della realtà, e il genere è parte di me.
E’ banale e anche molto, ma è da qui che stò partendo.
Il genere non è il fondamento dell’essere umano, ma è una componente probabilmente imprescindibile, come poi ogni altro fattore genetico, come ogni frammento della vita personale di ognuno, e quindi non può essere evitato così, semplicemente perchè la società è stata quasi sempre nella nostra storia una società dominata dai maschi.
Non rinnego il mio essere maschio, anzi, forse lo stò capendo meglio proprio in questo modo.
E qui però che il discorso si fa più interessante.
Mitologie di guerra, cosa hanno a che fare con questo discorso ?
Adesso stà tutto diventando parte della speculazione semplice semplice che faccio in questi casi 🙂
Rivoluzione, è quello che voglio da tanto tempo, ma il termine rivoluzione ricorda troppo guerre e sangue, cose che, aldilà dell’animale che ogni tanto riesce a pulsare anche dentro le mie vene, non amo particolarmente, eppure qualcosa ho sempre pensato che si debba fare.
La mia idea è da tempo la rivoluzione antropologica, fatta non solo attraverso l’essere umano ma di dentro ad esso, una rivoluzione che sicuramente deve passare attraverso tutto e tutti per essere funzionante.
La cosa più importante per me rimane la soggettività, l’unico motore della realtà, ma la soggettività è schiacciata da un sistema di controllo dalla forza terrificante che mostra raramente breccie.
Per il rafforzamento della soggettività è importante, se non fondamentale, partire da se, ma farlo realmente e non solo retoricamente, e questo forse è un debito che avrò sempre con il pensiero femminista con cui sono entrato in contatto.
Ma scusate, non abbiamo sempre detto che il controllo, pur se differenziato e molecolare per poter essere efficace, ha nel linguaggio una delle armi più potenti proprio perchè il linguaggio permette di plasmare le idee ?
E le donne non sono forse uno dei soggetti che la società tenta di indebolire di più attraverso proprio il linguaggio ?
Il maschile come genere nobile, ma se fosse così semplice allora basterebbe davvero mettere degli asterischi in fine delle parole per fare una rivoluzione (e con questo non dico che il maschile nobile non sia un problema).
Perchè un uomo è stronzo mentre una donna è puttana ?
Questa è pure una questione di linguaggio, l’insulto che rivolgiamo alla donna senza un gran peso e una gran riflessione è piuttosto strano, perchè non stronza o idiota, perchè proprio “puttana” ?
Naturalmente in questo modo contribuiamo a creare un certo tipo di realtà e non un’altra, coscientemente o meno.
E il discorso è persino troppo facile, o sembra esserlo.
Sempre immettiamo nel linguaggio di genere uno schiacciamento sessuale della donna, e per renderci conto di quello che stiamo facendo sarebbe meglio porsi la domanda se è la realtà a creare il linguaggio o piuttosto il contrario.
Oppure la risposta è in un rapporto circolare tra realtà e linguaggio.
Impegnare se stessi nella creazione di libertà è una bella cosa, al momento è quello che considero una strada, ma realmente che cosa significa ?
Sinceramente non mi è possibile darmi una risposta, credo che ci sia bisogno di mettere in comunicazione le più diverse esperienze, ma non credo basti.
Finchè rimane attivo un sistema di controllo a livello soggettivo, effettuato sia dai controllori sistemici che da quelli pilotati (tra cui noi stessi e gli altri), è difficile potersi dedicare alla creazione attiva di realtà, perchè naturalmente se ci si potesse ad un tratto sottrarre dal controllo ed esserne esenti allora dei soggetti potrebbero creare una comunità e una realtà dove questi problemi sarebbero superati.
Con questo non stò dicendo che il controllo non sia abbattibile, stò semplicemente dicendo che non mi sento di proporre soluzioni al dilemma (forse più mio che altro, ma naturalmente sono io che stò scrivendo adesso).
Qui mi vengono dei dubbi, impegnarsi comunque anche all’interno del controllo oppure prendere atto di una impossibilità di azione libera.
Direi che io stò prendendo atto dell’impossibilità di una libera azione, ma non in senso di abbandono.
Ecco, direi che il momento è proprio adatto, voglio prendere atto dell’impossibilità alla libera azione (e quindi al libero pensiero) come un samurai prende atto della morte e su di essa medita.
E’ un samurai morto solo perchè medita sulla morte e prende atto di essa come inevitabile ?
Penso proprio di no.
E allo stesso modo il mio prendere atto e meditare su questa cosa non mi porta per natura ad esserne parte (non sò se mi sono spiegato, forse l’esempio del samurai rende molto meglio).
Una rivoluzione è un atto creativo e di taglio, non può naturalmente svilupparsi all’interno di qualcos’altro, anche se un’incubazione è necessaria.
Impegnarsi per vivere meglio una realtà non può cambiare la realtà stessa, perchè se si gioca su un campo, per quanto si giochi bene, è su quel campo che si stà giocando e non lo si può cambiare con il gioco.
Anche qui prendersi troppo sul serio può far male, anche se uscire dal labirinto del prendersi o meno sul serio non mi sembra un’ipotesi praticabile.
Altro giro, altra corsa, i piccoli passi o il grande salto ?
Certo che assimilare un discorso ad un altro è una mossa molto poco furba, perchè concluso uno si concludono tutti.
Penso che analizzare la realtà per quello che è, cioè per il suo essere combinazione di altre realtà, sia una buona cosa e insegni anche, in un qualche modo, che ci sono alleati nei posti più impensabili, proprio come in quegli stessi luoghi possono esserci (e ci sono) nemici.
Andare oltre (ma senza lasciarsi qualcosa alle spalle), questo è quanto.

Saperi precari

Saperi precari

Racconto di una serie di incontri sul sapere a Napoli.

Venerdi` 10 Gennaio 2003

Ho sentito gli altri ieri sera, al telefono.
Sono l`ultimo a partire.
E` talmente presto che sembra notte, notte fonda.
L`autobus e` a dir poco vuoto, alla partenza siamo in 4 oltre autista e controllore.
Nel tragitto dalla stazione centrale all`universita` riesco a non perdermi, ma solo per farlo direttamente dentro l`universita`.
Dolori a parte ecco l`aula “A-3“ della facolta` di economia, arrivo in tempo per perdere gli interventi di Bologna e Fumagalli, mi siedo comodamente sulle fredde scale di gomma, entro velocemente in simbiosi con l`ambiente, cominciano i soliti flussi, non credo che riusciro` a fermarli, non questa volta, saranno loro a raccontarvi di Napoli, non io….

“Inventare, inventare, inventare.“
Aspettavo di sentir dire questa parola: Inventare.

“Cattiverie.“
Se in un qualsiasi discorso non nomini almeno una volta a sproposito Termini Imerese non sei figo.

Mi spengo un attimo mentre comincia a parlare una compagna dell`universita` di Cosenza, parla della Fiat, di Melfi, delle catene di montaggio.
Fa tanti disegni sulla lavagna, ma io sono un ragazzo cattivo, non sono molto convinto di quello che dice, non capisco se sta` descrivendo un qualcosa di generalizzabile o di strettamente particolare, non riesco ad estendere il suo discorso a qualcosa che vada oltre la fabbrica della Fiat a Melfi.
Mi sforzo eppure non ci riesco, ci sono tanti punti ancora non chiari, tante sono le riflessioni sulla “New Economy“ e sulle trasformazioni dell`economia dell`informazione che ho macinato nei mesi scorsi che non riescono a trovare il punto di contatto con le sue analisi.
Interventi e ancora interventi, sento di nuovo il richiamo, mi abbandono….

“Polmoni.“
Scorte no!
Scorte male!
Scorte brutto!

“Resistenze.“
Tutto si puo` interrompere, la distruzione e` ubiqua.

“Contenitori.“
Voglio un ergastolo per arrestare il mondo.

“Abitazioni.“
Se il mio domicilio e` un mondo che non abito, dov`e` che vivo ? Dov`e` che lavoro ? Dov`e` il mondo ? La cooperazione sociale esiste ?

“Lavoro e non lavoro.“
Il lavoro e` mio nemico non lo posso sopportare.

Finalmente la pausa pranzo.
Restiamo nell`aula, ma solo per sapere che il workshop seguente si terra` all`altro capo del corridoio, nell`aula “A-8“, pare infatti che in questa ci siano problemi con il proiettore.
Ovviamente ci sono problemi anche nella nuova aula, ma almeno qui tenendo i cavi qualcosa si riesce a vedere.
Comincia l`assemblea delle realta` italiane impegnate in progetti di inchiesta e conricerca all`interno delle universita` e del vasto mondo del precariato.
A tratti ho paura, le assemblee di “movimento“ da svariati mesi mi mettono angoscia, ho paura di rivivere situazioni difficili, ho paura di ricordare cose sepolte da tempo, ho paura e preferisco andare col pilota automatico….

“Immagini.“
Continuano a riproporre incubi a chi li ha vissuti, ma perche` dio ha permesso che inventassero la telecamera ?

“Legno.“
Il legno porta il freddo, il sole calato non scalda, io ancora ?

Trovo la forza per risvegliarmi abbastanza rapidamente, anche perche` c`e` qualcosa di nuovo nell`aria.
Una ricercatrice, anche lei di Cosenza, comincia un discorso sulla ricerca che coinvolge molto piu` di Melfi, a partire dalla ricerca stessa, sono contento di aver sentito qualcosa come “La ricerca e` trovare nuove soluzioni, stratagemmi, fare bricolage, non si puo` leggere un libro e cercare di applicarlo.“.
Si comincia a parlare di controllo, sul posto di lavoro come nella societa` tutta, e una domanda subito mi si para davanti: e` meglio opporre se stessi alla tecnologia, o appropriarsi di essa per eliminare il controllo ?
E subito dopo: il controllo diventa parte della produzione, la produzione e` parte anch`essa del controllo ?
Un attimo di pausa, poi torno….

“Amori.“
Ci saluteremo con un ultimo bacio quando verra` il momento.

“Matematica.“
Nei grandi numeri ci si nasconde e poi ci si ritrova tutti.

“Continuare.“
Hai paura ?
Un po` ma procedi pure.

Ormai sono uscito dal seminato, continua il workshop ma io penso ad altro, sono totalmente preso da quello che dicevo prima, il controllo ha preso il sopravvento su di me, nella mia testa risuona un ritornello sempre uguale a se stesso: controllo / autocontrollo / societa` / soggettivita` / produzione.
Devo trovare una strada per riuscire a capire quello a cui sto` pensando, ma non e` cosi` semplice….

“Controllo.“
Mi parli ma non puoi vedermi.
Io so` cosa vuoi e devo farti pensare che sia solo io a potertelo dare.
Lo vuoi, vero ?
E io so` che lo vuoi.

“Autocontrollo.“
Io so` cosa vuoi, ti ho visto ieri, ti ho sentito oggi, qui, li`, ovunque.
Ti ho fatto capire che posso darti tutto, ma tu pensi che questa sia una tua scoperta.
Io ti creo, ti modello, ma non ti ho mai toccato.
Forse ho toccato il tuo stampo, sarai tu a forgiarti, ma grazie a me.
Sei felice adesso ?

“Societa` e Soggettivita`.“
Hai quello che vuoi, che io voglio tu desideri, il mito dell`autopoiesi si e` impossessato di te, sei tu che decidi cosa essere, sei tu che crei persino il tuo mondo.
Grazie a te adesso il mondo e` mio.
E tu mi ami, mi ami perche` io so` quello che tu non saprai mai: io so` che le stelle sono i miei occhi, i miei occhi che guardano il tuo corpo e accolgono la tua mente.

Continua, la giornata continua, e come sempre io penso alle stesse cose, penso a come sia possibile conciliare con coerenza tutto cio` che avevo raccolto prima di venire a Napoli con quello che Napoli mi ha fatto trovare.
E penso anche che se controllo ed autocontrollo assieme riescono a modellare le soggettivita` modellano anche la societa` che da quelle e` formata.
Il controllo qui non e` un agente passivo, e` parte attiva della produzione.
Credo che nel momento in cui cercavo di trovare un discorso che coniugasse controllo repressivo e controllo produttivo stessi pensando proprio a questo.
Ma un report e` un report, e per quanto quello che sto` scrivendo sia un report un po` anomalo, ha le sue regole e i suoi spazi, ed e` giunto il momento di andare avanti.
Una sola provocazione riesce a stimolarmi.
Ritengo importante nei lavori di inchiesta non produrre ulteriori strumenti di “controllo“ e di “autodenuncia“ per quelli che accettano di essere inchiestati, di sistemi spia ce ne sono fin troppi per esserci in qualche modo il bisogno di crearne altri noi stessi.
Ma tutto passa in fretta, e la notte e le feste aiutano a dimenticare.
…notte…

Sabato 11 Gennaio 2003

Una giornata molto diversa, colazione napoletana, passeggiata napoletana, tranquillita` napoletana.
Si parla di media oggi.
Cominciamo con IndyMedia, dov`e` la rivoluzione di indymedia secondo voi ?
Ma certamente nel mezzo, nel sistema stesso dell`open publishing.
Sarebbe sciocco dire che indy e` rivoluzionaria per le informazioni che porta, perche` l`informazione e` la peculiarita` di quel mezzo piu` grande che e` la stessa internet.
Con un po` di sbattimento in piu` si otterrebbero le stesse informazioni che veicola indy anche se indy non esistesse, e` l`open publishing che rende indymedia uno strumento veramente rivoluzionario.
L`altro pensierino del giorno e`: quanto piu` la comunicazione si allontana da quello che sono gli interessi e la vita, tanto piu` non e` comunicazione.
Complice il sole campano mi rilasso un attimo….

“Linux.“
Linux non risolvera` i problemi del mondo, siamo noi che dobbiamo farlo.

Torno all`istante colpito da qualcosa di grosso, altri continuano a mettere le dita nella ferita che ieri ho sentito riaprirsi: cosa vogliamo veramente noi piccoli ominidi se non essere amati e non essere soli ?
Sento dentro di me strategie del controllo che agiscono al livello dell`emotivita`, desideri indotti, risposte suggerite, amori evanescenti.
Vorrei abbandonare completamente il linguaggio degli inganni e delle incomprensioni, vorrei comunicare in un altro modo….

“Tatto.“
Toccarsi e, per osmosi, comunicare.

Questa e` la mia Napoli, adesso piu` che una stazione, finalmente una citta` che porta con se ricordi e pensieri, con persone e strade, dolci e feste.
Una citta` del sud.
E io amo il sud.

“Gnosco.“
Vuoi che io ti ami, e questo lo so`.
Farti credere che cio` sta` davvero avvenendo e` il mio lavoro.
Conoscenza e` potere.

Sikula Reggae Festival

Sikula Reggae Festival

Un racconto dal Sikula Reggae Festival.

Abballa Rosolini Abballa, ca sta musica nun more mai….
Quante volte ho sentito la voce roca del dj reggae pronunciare questa frase durante i giorni del Sikula Reggae Festival.
Forse troppe.

Mercoledi` 7 Agosto

“Viva il duce, voglio dire viva mussolini“.
Cosi` ci saluta la stazione di Pescara, coi suoi cari, vecchi, scoppiati reduci del ventennio che pare dicano “ah, quando c`era lui i treni arrivavano in orario“.
Ma ora che sono di nuovo al governo, i treni arrivano lo stesso in ritardo.
Questa si chiama allegria, liofilizzata certo ma sempre allegria.
Un sacco di cose da portare, cose PESANTI pergiunta.
Una citta`, Roma, che ogni volta combina qualche guaio, una citta` che ricorda la frase “Libera l`hacker che e` in te!“ e che ha amato certamente questa frase il 16 Marzo 2002, ma che oggi l`ama di meno, e forse ama di meno un po` tutti noi.
Stazione Termini.
Arrivano due agenti che puntano dritti su di me, rimasto solo a custodire le inestimabili ricchezze che trasportiamo, domande, chi siete, cosa fate, cosa c`e` scritto sul cartello, dove andate.
Mi dispiace che succeda, sono gentile, un agente parla alla radio, mi ordinano di tenere il cartello girato e di non farlo vedere in giro.
Cosi` come sono arrivati, scompaiono nella stazione.
Ricordo poco prima una simpatica chiacchierata, come ci si diverte con le parole crociate de “la repubblica“ in un pomeriggio d`agosto.

“Suonatore che piace ai serpenti ?“
“Riccardo Cocciante.“
“Il personaggio del giorno e` Sergio Cofferati, qual`e` il gioco preferito dal personaggio del giorno ?“
“Scacchi cinesi.“
“E che sono ?“
“Io conosco la dama cinese.“
“E` proprio un cruciverba da DS.“

Qualcuno ha scritto “VASCO“ con l`accendino sul soffitto del nostro scompartimento, altri hanno riempito il gabinetto con scritte da simpatici nazisti e ultra` della lazio, discorsi che scorrono via assieme alle rotaie, piu` si avvicina il sud e piu` aumenta il delirio.

“Hai perseverato.“
“Errare e` umano, perseverare e` diabolico.“
“Ma tu le sai clonare le carte di credito ?“
“Ma perche` mai uno dovrebbe clonare delle carte di credito !“

Ma la notte si sà è lunga ed i guai con la legge non finiscono mai, basta arrivare a Messina e lo scompartimento si popola.
Eravamo in tre, adesso siamo in cinque piu` un cane.

“Mani in vista e chiudete la finestra.“
“Di dove siete ?“
“Pescara.“
“A posto, l`ultimo chiuda la porta.“

Guardia di finanza, basco verde con cane al seguito e agente in borghese.
Ero troppo stanco per capire, loro erano troppo ligi al dovere per avere pieta` di un ragazzo assonnato.
Il cane ha fatto il suo giro sui nostri giacigli e tutto e` finito.
I cani non riescono ad annusare l`informazione indipendente.
O forse si` ?

Giovedi` 8 Agosto

“Stazione di Giarre Riposto, il treno proveniente da Roma Termini e diretto a Catania-Siracusa e` in partenza.“
“Chiudi.“
“Chiudi.“
“Chiudi.“
“Dove ?“
“Mpapi` !“

Granita alle mandorle e brioche, la sicilia orientale e` in grado di regalare tali prelibatezze che non posso certo farmi sfuggire.
Incontro con un padovano che va verso il Sikula anche lui.
Racconti di vita, di centri sociali del nord-est, di colli euganei.
Nascono storie e leggendo, nasce anche il soprannome “geronte“ per uno di noi cari allegri viaggiatori pescaresi.
Rosolini e` un inferno di calore, basta uscire dal vagone del simpatico regionale siciliano per sentire l`afa, e siamo ancora all`ombra.
Siamo nel profondo sud, tra Siracusa e Ragusa, zoccolo dello stivale.
La fortuna decide di baciarci con una insolita passione, mentra avanziamo carichi dei nostri pesi e delle nostre preoccupazioni lungo il paese incontriamo il nostro salvatore, che di nome fa Antonio.
Ci accompagna in macchina alla cava, distante tutti i chilometri che durante la preparazione di questo viaggio in treno non avevamo previsto.
Grazie Antonio.
Il battesimo e` compiuto.
La cava e` meravigliosa, piantiamo la tenda sotto un carrubo, siamo solo tre tende al momento in tutto il campeggio, il nostro posto e` fresco ed accogliente, la tenda colorata di giallo, rosso e azzurro.
Eravamo tre tende, alla fine saremo centinaia di tende e giacigli di fortuna che danno riparo a migliaia di persone.
Lo stand lo montiamo nella zona di “Territori di voci e memorie“, sotto al sole cocente, tanto cocente da cancellare le scritte a spirito sul cartellone nel giro di poche ore.
Requiem per il cartellone che non ha fatto ritorno a Pescara, che la calda Sicilia possa offrirti per sempre la dimora che in questi mesi ti ha offerto la fresca ombra di Radio Citta`.
Niente energia elettrica nel campeggio, tanto meglio, accenderemo fuochi.
Niente campo per i cellulari, tanto meglio, riposeremo in quel mitico e sconosciuto 2% del territorio nazionale che non e` coperto da reti di telefonia mobile.
All`entrata del paese nascono come funghi posti di blocco della polizia che ferma i non residenti.
Nascono come funghi e intanto cercano anche i funghi.
Adelante.
Si pranza con tonno, mangiato liscio direttamente dalla scatoletta, e carrube raccolte dagli alberi con sommo gaudio e qualche urlo animalesco.
Se solo non ci fossero i cavalli liberi all`interno del campeggio potremmo anche riposare, ma i cavalli ci sono, e hanno la simpatica abitudine di tentare l`entrata in tenda.
E, dulcis in fundo, con i cavalli arrivano anche le mosche, orde di mosche e di altri insetti mai visti invadono la mia dolce tranquillita`.
Arrivederci e grazie.

Venerdi` 9 Agosto

Sveglia alle 8.
Sveglia imposta da quelli dello “Stone Mama“ che hanno deciso che questa e` l`ora per cominciare a mettere musica.
Tutti sapremmo dove mettergli la musica a quest`ora ma che ci volete fare, un reggae festival e` e rimane pur sempre un reggae festival.
La doccia all`aperto che ricorda tanto un campo di concentramento ci attende, e noi non ci facciamo aspettare troppo a lungo.
Abbiamo dei braccialetti di plastica rossi che ci hanno dato il giorno prima, con questi braccialetti possiamo entrare ed uscire dall`area del festival, possiamo mantenere bianco uno dei nostri polsi e fare tante altre cose, compreso estirparci i capezzoli mentre ci insaponiamo (ognuno se stesso) sotto la doccia.
Estirpazione fu.
Ed urla seguirono.
Comincia la calata nella cava da parte di orde di ragazzi festaioli, di sciamani, di rastoni, di siciliani, di stranieri, di padani, di maestri jedi in vacanza, hacker e mediattivisti, contadini e venditori di bong, ognuno arriva e si sistema, saremo migliaia, saremo troppi per questo ambiente.
Sicuramente troppi.
Servono sedie nel media center, ma il bar non vuole darcele.
Io ed Asbesto prepariamo un`azione di guerriglia, ci avviciniamo lentamente al prato dietro al bar, Asbesto si piazza dietro la staccionata, io entro, mi siedo ad un tavolo con un ragazzo ed una ragazza, li tranquillizzo dicendo che ero li` solo per prendere delle sedie.
C`e` un mucchio di sedie sotto degli oleandri, all`improvviso scatto, comincio a tirarle verso la foresta verde e scarlatta degli oleandri, Asbesto mi raggiunge e insieme cominciamo a correre con queste sedie per portarle a destinazione.
Missione compiuta.
Non so` perche` ma monto varie tende della protezione civile, quelle verdi che potrebbero benissimo essere case se avessero un pavimento e non volassero via col vento.
Una volta provato questo piacere e` difficile vivere senza.
Scopro intanto un`altra funzione dei braccialetti rossi che abbiamo al polso, e come per i capezzoli si tratta di un`altra funzione dolorosa.
Il caldo insopportabile gonfia le braccia, ma non il bracciale, che amabilmente cinge il mio polso con sempre piu` enfasi.
Forse mi ama, e non ho certo le forze per resistergli.
Intanto il mitico turismo sostenibile ci precede.
In Sicilia c`e` il problema dell`acqua, ma le amministrazioni vogliono costruire in queste zone dei campi da golf, oasi piene d`acqua per ricchi turisti stranieri.

“Venite da Pescara voi ?“
“Si`.“
“Qui ?“
“Si`.“
“Bravi.“

Distribuiamo dossier sul Gran Sasso oltre a materiale preso dal sito, e raccogliamo anche le firme per l`adozione del software libero nella pubblica amministrazione.
Durante la presentazione del Freaknet Medialab arriva da Shining l`invito a venire a firmare la petizione al nostro banchetto.
La raccolta firme non andra` male, in due giorni raccoglieremo ben 27 firme e, tenendo conto del fatto che pur di non avere contatti umani invece che parlare con i presenti lasciavo dei biglietti con l`invito a firmare e che spiegare con questo metodo per cosa fosse tale petizione a persone che in qualche caso non sapevano cosa fosse il software, non e` andata per niente male.
La malinconia serale, che brutta malattia.

“Ti ho fatto una foto, ti sei arrabbiato ?“
“No.“

In foto vengo male, chissa` perche` fotografarmi.
Va anche via la luce, la cava al buoi, senza occhiali vedo una infinita` di stelle.

Sabato 10 agosto

Cos`e` che abbiamo concluso in questo viaggio ?
Niente forse, o forse un sacco di cose.
Esperienze e contatti, contatti con gli altri media e non solo siciliani.
Per quanto abbia avuto dei limiti, l`iniziativa e` servita a molto, almeno ad un “vecchio“ pescarese come me.
I catanesi scazzano tra loro, ma con tutti riusciamo a trovare delle strade per possibili collaborazioni, per futuri progetti comuni.
Alla meno peggio abbiamo passato due giorni di relax.
Devo prendere l`espresso per Palermo, andro` a starmene un po` nella conca d`oro.

Abballa Rosolini Abballa, ca sta musica nun more mai.
Abballa si`.
Abballa Rosolini.
Abballa bella.
Abballa si`.
Bella storia.

Corrispondenze da Cinisi

Corrispondenze da Cinisi

From: isazi
Subject: [PescaraFree] Me viene voja de parti’
Date: Mon, 6 May 2002 11:22:20 +0200 (CEST)

Allora, scrivo in mattinata da una postazione radiocittadina, sto’ partendo per palermo per partecipare alla realizzazione del mediacenter a cinisi in occasione della manifestazione nazionale antimafia.
Info http://www.radioaut.org
Spero di potervi mandare dei report ogni tanto, il 9 sara’ il ventiquattresimo anniversario della morte di peppino impastato, ma non sono sicuro di poterlo fare con precisione massima perche’ il lavoro giu’ sara’ molto e saremo davvero impegnati (sapete com’e’, sole, mare e altre amenita’) quindi se non riesco a farmi sentire prendo appunti e scrivo qualcosa al ritorno.
Al sito ci pensera’ il resto della redazione, se ci riesco aggiorno qualcosa pure io perche’ vivendo in un mediacenter una connessione ad internet dovrei averla, tenendo conto che il mio computer pero’ potrebbe ritrovarsi a fare da router per tutto il resto del centro, bhe ci sara’ da ridere molto 🙂
Vi lascio, i treni corrono.
A presto

From: Annalisa
Subject: [PescaraFree] Re: La prima giornata a Cinisi
Date: Fri, 10 May 2002 10:57:43 +0200

—– Original Message —–
From: isazi
To: Annalisa
Sent: Thursday, May 09, 2002 10:41 PM
Subject: La prima giornata a Cinisi

Buonasera gente, ho problemi con la posta e non posso scrivere direttamente a pescarafree.
Oggi c’e’ stata la prima giornata della manifestazione nazionale antimafia.
Abbiamo finalmente allestito il media center, abbiamo sclerato come pazzi per mettere in rete adesso ben 3 computer (tra cui il mio) piu’ un server; abbiamo anche una postazione per la videoscrittura, ci siamo felicemente uniti tra attivisti del forum sociale antimafia e indyani, stiamo aggiornando tanti siti, peccato che il nostro sia scaduto il 4 e non ci siano i soldi oggi per ricomprarlo 🙂
Questa mattina ci siamo alzati all’ora locale, tipo verso le 12, e abbiamo cominciato.
La maratona e’ stata fatta dai bambini delle scuole, mentre il workshop di indymedia e’ stato molto partecipato, loro dicono il piu’ partecipato della storia indyana.
Comincia ad esserci varia gente, il campeggio e’ lo stadio di cinisi con l’erbetta ben curata e tutto l’occorrente per campeggiare.
Parlano di noi qui, ma molti hanno paura dei vandali no-global che potrebbero scendere dal nord e distruggere tutto.
Scherziamo in queste cose, tra mediattivisti pare che si possa creare un clima molto creativo.
Questa sera poi c’e’ stata la fiaccolata in ricordo di peppino.
Al grido “Peppino e’ vivo e lotta insieme a noi” abbiamo fatto dalla sede storica di radio aut a terrasini fino a casa di peppino camminando con le fiaccole.
E’ stato molto bello, alla fine la madre di impastato era commossa e abbiamo applaudito con forza per degli interminabili minuti.
Sto’ scrivendo molto male ma comincio ad essere stanco, e poi qui essere ubriachi e’ lo standard de facto.
Vi lascio, cerchero’ di farmi risentire domani, il sole qui tramonta sul mare, e’ come vedere l’alba da noi.
Ah, mangiate sfincione se capitate da queste parti 🙂
‘notte

From: lunetto.p
Subject: Re: [PescaraFree] Re: La prima giornata a Cinisi
Date: Fri, 10 May 2002 11:56:17 +0200

Grazie per questo messaggio che mi fa rivivivere un po’ la “mia Sicilia” visto che manco ormai da tre anni.
Quanti soldi ci vogliono per ricomprare il nostro sito?
P.

From: isazi
Subject: Re: [PescaraFree] Re: La prima giornata a Cinisi
Date: Fri, 10 May 2002 22:02:09 +0200

Bhe, per il sito non so’ esattamente se rimanere dove eravamo o spostarci da qualche altra parte con un servizio migliore e un prezzo minore.
Comunque cerchero’ di provvedere, i soldi li chiedero’ ai semafori 🙂
Per la sicilia, quasi quasi vi scrivo il secondo resoconto, oggi con una lucidita’ maggiore dato che c’e’ stato poco svago.
Posso dirvi che le cose vanno molto bene, non c’e’ un mare di gente come ci si aspetta alle manifestazioni da genova in poi, ma molta per un’iniziativa del genere.
La fiaccolata se non ve l’ho detto ieri contava un migliaio di persone, peccato per i pochi cinisari presenti, ma molti erano affacciati alle finestre.
Questa mattina mi sono risvegliato su un letto a castello all’interno del mediacenter ed e’ cominciata la giornata.
Il mediacenter si e’ subito acceso e con esso i mediattivisti, infatti in mattinata c’e’ stata l’assemblea plenaria d’apertura dei forum dal grandioso titolo “i crimini della globalizzazione”.
Su www.radioaut.org potrete domani trovare i resoconti degli interventi di russo spena e non so’ chi altri.
Quando mi sono affacciato per la prima volta alla finestra ho trovato scritto “9-5-78 9-5-02 noi ancora qui badalamenti boia peppino vive” e sono rimasto piacevolmente colpito, ho fatto una foto a questo muro e spero che prima o poi le potrete vedere in rete, uso il plurale perche’ potrete vedere questa ed altre foto.
Intanto sul sito di radioaut qualche foto c’e’, le stiamo mettendo un po’ alla volta cosi’ come ci viene.
Il signor Impastato ha fatto pranzare lautamente tutti noi del media center, abbiamo una cassa di arance fantastiche e 3 cassette di fragole.
Ah che roba 🙂
I forum ci sono stati nel pomeriggio e sono stati partecipatissimi, ormai arriva molta ma molta gente, abbiamo superato le cento unita’ nel campeggio allestito dentro lo stadio, campeggio che la sera diventa una dancehall reggae/ska animata dai giovani camionisti del luogo e dagli altri campeggiatori.
Il presidente di radioaut e’ qui di fianco a dettare un intervento, perche’ la cosa importante sara’ far ripartire davvero l’antimafia sociale da questa tre giorni in poi.
Penso a domani, dovremmo fare una marcia di 16 chilometri per manifestare, ma verra’ sicuramente accorciato il percorso 🙂
Ho passato il pomeriggio con mastandrea (o come diavolo si scrive) del manifesto che era qui a scrivere articoli, domani dovrebbero dedicare una pagina intera all’evento.
Siamo stanchi, parlo al plurale non per presunzione ma perche’ e’ cosi’ per molti qui dentro.
Non abbiamo ancora cenato e non vorrei andarci pesante come ieri, svegliarsi al mattino dopo aver cenato attorno alla mezzanotte con una pizza ricoperta di tonno e cipolle e’ un’impresa davvero impegnativa.
A questo punto penso di salutarvi, la notte e’ giovane e la giornata di domani sara’ impegnativa per davvero.
Vi saluta anche il mio computer che e’ qui al caldo, infatti da ieri e’ rispuntato un magnifico sole.
Da Cinisi, che definiscono una delle citta’ a piu’ alta concentrazione mafiosa d’italia, il buon isazi.
Pace

From: isazi
Subject: [PescaraFree] Terzo giorno
Date: Sun, 12 May 2002 10:54:43 +0200

Ieri sera non ce l’ho fatta a scrivervi, rimediamo oggi.
Si sono conclusi i forum con un grande sforzo di mediazione dei partecipanti al forum sociale che la sera prima erano molto incazzati con alcune persone malate di protagonismo che intervenivano ovunque e alcune volte a sproposito 🙂
Oddio, non so’ bene come raccontarvi la giornata, la cosa grandiosa e’ stata la lunga marcia (16km) antimafia fatta nel pomeriggio.
All’inizio eravamo pochi, tipo 100-200, e nessuno voleva partire, poi si e’ deciso di farlo e non solo siamo aumentati, 5000 persone si dice, il manifesto (il cui giornalista si e’ fatto il corteo con noi) dice 10.000, io potrei anche dire 3000-4000 ma non importa.
Fatto sta’ che una manifestazione cosi’ bella non si vedeva da tempo, le dimensioni contano, ma solo se non c’e’ altro da far valere 🙂
Scusate ma non riesco nemmeno a leggere, mi sto’ alzando adesso.
Posso dirvi che abbiamo passato parte della notte a discutere di un sacco di cose, ho raccontato agli altri del gran sasso e del parco nazionale, nonche’ del nostro mare.
C’era gente da varie parti d’italia e la delegazione estranei che eravamo io un lituano e un basco a rappresentare delegazioni poco numerose (solo noi).
La discussione tra me il lituano e il basco e’ stata molto interessante, pensate poi che il lituano e’ arrivato qui in bicicletta.
Smetto va, ho ancora troppo sonno e non so’ raccontare di ieri, casomai dal vivo di diro’ di piu’.
Ah si e’ appena svegliato il lituano qui nel media center.
Oggi smontiamo, domani casa, dopodomani morte 🙂

Reclaim the media

Reclaim the media

Il giorno 16 Marzo 2002 una delegazione composta da attivisti di Radio Città Pescara, Pescara Libera e Giovani Comunisti è partita da Pescara alla volta di Roma per partecipare alla manifestazione indetta da Indymedia e Radio Onda Rossa in difesa dell`informazione libera e dei media indipendenti.
Ci siamo ritrovati in piazza Esedra con gli altri manifestanti e con i mediattivisti provenienti da tutta Italia, eravamo almeno 8.000 alla partenza, raggiungevamo sicuramente le 10.000 presenze all`arrivo al Colosseo, il TG3 Lazio alle ore 19.30 riportava la presenza di 20.000 persone in piazza.
C`erano sound system di tutti i tipi, postazioni multimediali mobili, tir che contemporaneamente erano bar, sound system, video system, sculture mobili, palchi per esibizioni, negozi per l`autofinanziamento e tutto quello che la mente dei partecipanti voleva e poteva far essere; c`era chi offriva cibo, chi attaccava adesivi (e noi abbiamo contribuito riempiendo la città con gli adesivi di Radio Città), chi riprendeva, chi fotografava, chi copriva le mura con scritte o con manifesti.
Si ballava e ci si divertiva, dato che sappiamo benissimo che per opporci a quelli che vogliono farci sparire, le nostre armi migliori sono la comunicazione e l`allegria.
Come recita anche il motto dei fratelli di Radio Città, “Ritmo e Consapevolezza“.
Il cartello che abbiamo portato da Pescara recitava “Libera l`hacker che è in te ! FREE THE MEDIA“ ed è piaciuto molto alla piazza, molti l`hanno fotografato e filmato, siamo stati persino intervistati.
Durante la parata il cartellone è stato modificato e animato con l`aggiunta di adesivi e manifesti, divenendo ancor più parte di quell`immensa opera d`arte collettiva e palpitante che era il corteo stesso.
Insieme al cartellone portavamo una bandiera pirata a rappresentare la nostra indipendenza e quella di tutti i media alternativi, moderni pirati della comunicazione costretti a questa sorta di nuova pirateria per poter combattere l`informazione dei media di regime.
Poetico come concetto, non trovate ??
Una vena comica si è creata con l`intervento di un manifestante che voleva che noi togliessimo la bandiera pirata perchè credeva fossimo dei “Black Bloc“, abbiamo dovuto spiegargli qualcosa ma il tutto si è risolto con delle allegre risate 🙂
Siamo ripartiti contenti e soddisfatti per aver visto che c`è chi resiste davvero e sviluppa nuove forme di comunicazione per una nuova società migliore.
Altro che girotondi 🙂
Preciso per i puristi dell`informazione, questo non è un report serio, non è “informazione“, è comunicazione di sensazioni vissute per contribuire alla costruzione collettiva di nuovi mondi possibili.

RECLAIM

RECLAMA strade vive, case per tutti, piacere diffuso, marijuana libera, reddito per tutti, mondi senza frontiere, libertà di scelta, mondi senza sbarre, libera comunicazione, diritto all`ozio, enjoy yourself…